Dall'Iraq alla Libia: così è esploso il business illegale dei nuovi mercenari

"...Occorre perciò un impegno speciale delle forze della pace per l’abolizione delle pratiche mercenarie. E l’appello dell’Unità è un ottimo primo passo".

l'Unità, 5 mar. 2011

L'analisi di Pino Arlacchi

Sono venute alla luce negli ultimi giorni varie testimonianze su mercenari africani che stanno attaccando i dimostranti su ordine di Gheddafi. Anche se in alcuni casi si può trattare di poveracci di pelle scura che stanno solo tentando di emigrare in Europa passando dalla Libia e che vengono scambiati per pretoriani del dittatore, il modus operandi delle milizie a lui più vicine lascia pochi dubbi. Si tratta di combattenti collaudati, reduci delle guerre civili nel Sahel e nell’Africa occidentale.

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Il mondo abolisca i soldati di ventura

Pubblico per i lettori del sito l'appello internazionale dell'Unità al governo italiano, all’ Unione Europea, al Segretario Generale dell’ ONU

5 mar.2011

Assistiamo con sgomento e indignazione al continuo massacro di civili innocenti da parte di milizie mercenarie al servizio della dittatura di Gheddafi. Ma le esecuzioni di massa, gli arresti arbitrari, le torture e le mutilazioni inflitte a chiunque osi opporsi al regime che domina illegalmente la Libia non devono restare impunite.

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L'esercito dei contractors tra super potenze e grandi multinazionali

Le compagnie militari private non sono solo al servizio dei dittatori. Clamoroso il caso Iraq: in 8 anni gli Usa hanno stipulato 3000 contatti.

l'Unità, 6 mar.2011

di Umberto De Giovannangeli

Non solo arruolati da satrapi sanguinari, al soldo di dittatori africani che pur di mantenersi al potere garantiscono paghe sontuose, diritto di saccheggio e impunità ai mercenari al loro servizio. Oggi i mercenari si chiamano «contractors» e operano attraverso agenzie utilizzate il più delle volte da multinazionali e super potenze, per le quali compiono i lavori «sporchi» sotto copertura.

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«L’oppio afghano minaccia l’Europa e la Russia. Serve un piano comune»

Primo Piano, l'Unità, 6 mar.2011

Intervista a Viktor Petrovic Ivanov, di Rachele Gonnelli

Il ministro russo a capo dell'ufficio anti narcotici di Mosca lancia il progetto  di un ufficio di coordinamento sotto l'egida dell'Onu: «I cartelli della droga ora vogliono destabilizzare anche il Medioriente»

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"До афганцев не доходит до 80 процентов помощи"

L’80 % degli aiuti internazionali non raggiunge la popolazione afgana.

Per cambiare l’attuale situazione il Parlamento europeo propone una nuova strategia sul fronte finanziario. La scorsa settimana il capo del Servizio federale russo per il controllo della droga ha dichiarato che nel 2010 l'offerta di droga in Russia è aumentata di 3,5 tonnellate rispetto al 2009. Il principale fornitore è l’Afghanistan, che produce circa il 90% degli oppiacei nel mondo.

"L’Afghanistan rimane il più grande produttore mondiale di stupefacenti, e anche uno dei Paesi più poveri del mondo" - ha spiegato Pino Arlacchi in un'intervista realizzata da Helen Barysheva per il magazine russo "??????" e per il  sito Kommersant.ru 

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"Libya turmoil: could Europe face a 'Biblical Exodus'?"

Gli eurodeputati Pino Arlacchi ed Edward McMiliian-Scott (Alliance of Socialists and Democrats) a France 24.

Intervista di Christophe Robeet (France 24)

Programme prepared by Anastassia Metral

(fonte www.france24.com)
 

 

Programme Russo-Europeen de lutte contre la droghe afghane

ITAR-TASS

Rome, 28 February 2011 -  Le directeur du Service fédéral antidrogue Victor Ivanov examine en Italie la mise au point d’un programme russo-européen de lutte contre la production de drogue en Afghanistan. Sa visite se tient dans le cadre de la coopération de la Russie avec l’Italie et l’UE en matière de lutte contre la propagation des stupéfiants. Le programme de la visite du responsable russe prévoit des entretiens avec la direction du ministère italien de l’Intérieur et des chefs des départements concernés, chargés de contrôler le trafic de drogue.

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RF drug watchdog chief to discuss joint anti-drug fight in Italy

ITAR-TASS

Rome, 28 February 2011 (Itar-Tass) —— The chief of the Russian drug watchdog Viktor Ivanov arrived in the Italian capital to discuss the cooperation in the struggle against drug trafficking with Italian top officials.

Ivanov is to have negotiations with Italian Interior Minister Roberto Maroni. He is also to deliver a report in the Tuscany regional government in Florence. The report will be devoted to the joint efforts of the world community to ward off a drug threat coming from Afghanistan. Then Ivanov will meet with an Italian deputy of the European Parliament Pino Arlacchi to discuss the priority trends in the struggle against drug trafficking in Europe.

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Occidente cieco

l'Unità, 22 feb. 2011

L’editoriale di Pino Arlacchi

Dalla Libia giungono notizie drammatiche e contraddittorie. Il dittatore ha deciso di concludere nel sangue la sua avventura quarantennale e, mentre scrivo, il quadro cambia di ora in ora. Ma quali che siano i tempi e gli esiti della rivolta del popolo libico, è chiara e consolidata la direzione dei processi in atto nel mondo arabo: siamo in presenza di un’ondata paragonabile a quella che, negli anni Ottanta, portò la democrazia in America latina e, negli anni Novanta, nell’Europa dell’Est. Siamo in presenza di eventi di portata storica.

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Russia, EU consume over half of narcotics made in Afghanistan

Moscow, 14 February 2011 (Itar-Tass) — People in Russia and EU member states consumer more than half of all narcotics made in Afghanistan, Director of Russia's Federal Service for Control of Drugs and Psychotropic Substances (FSKN) Viktor Ivanov said.

At a meeting with Pino Arlacchi, a member of the European Parliament, in Moscow on Monday, February 14, Ivanov said, “More than half of all narcotics [from Afghanistan] in the opium equivalent go to Russia and the European Union – 549 tonnes to Russia [last year] and 711 tonnes to EU counties in the opium equivalent.”

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Pino ArlacchiNon sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.

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