Bruxelles, 8 nov. 2010
«Il ministro Bondi non si assume alcuna responsabilità del disastro di Pompei dell’altro giorno, e non si rende conto che Pompei, come Venezia, Firenze, Roma e i capolavori artistici dell’Italia non sono nostre proprietà ma patrimonio dell’umanità, nel senso che appartengono ai cittadini del pianeta, i quali hanno il diritto-dovere di proteggerli», dichiara in una nota Pino Arlacchi, europarlamentare PD e promotore del progetto “Magna Grecia” per la valorizzazione dell’eredità greca nel Mezzogiorno.
«Andando di questo passo, e con i nuovi crolli preannunciati dallo stesso Bondi, ci troveremo di fronte al ritiro della delega assegnata all’ Italia dalla comunità internazionale per la tutela di beni non riproducibili, ed essenziali per la conservazione della storia, della cultura e dell’identità stessa del genere umano. L’Unione Europea, l’Unesco, o le Nazioni Unite finiranno per pretendere di gestire direttamente i tesori che si trovano sul nostro territorio», continua Arlacchi.
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Agence France Presse
8 November 2010
Agence France Presse, AFPES
El derrumbe de la antigua casa de los gladiadores de Pompeya, localizada en uno de los sitios arqueológicos más visitados de Europa, preocupa a expertos e instituciones, que temen por el futuro de lugares como el Coliseo de Roma, la catedral de Florencia y las torres medievales de Bolonia.
"Sin fondos y sin mantenimiento, el tesoro cultural de Italia corre el riesgo de colapsar", advirtió a la AFP Alessandra Mottola Molfino, de la asociación de defensa del medio ambiente y los bienes culturales Italia Nostra.
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Cocaine and heroin smugglers earn $280 million a day-U.N.
VIENNA, Oct 18 (Reuters) - Drug traffickers are making hundreds of millions of dollars every single day and countries must step up cooperation to stop an illegal trade which fuels global terrorism, the United Nations crime chief said on Monday.
"Drug trafficking continues to be the most lucrative line of business for criminals," said Yuri Fedotov, a Russian diplomat who took over as executive director of the United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC) earlier this year.
"Cocaine and heroin traffickers are earning almost $280 million every day," he added at the start of a week-long meeting in Vienna to review global progress on the issue.
Fedotov urged better use of the U.N. Convention against Transnational Organized Crime, a pact adopted in Palermo 10 years ago which he said was a major landmark in international law providing a basis for extraditions, intelligence-sharing and joint investigations.
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(ANSA) - ROMA, 14 ott-2010 - ''Non si capisce più cosa dichiara il ministro La Russa. Un giorno dice che cominceremo a ritirarci nel 2011 e termineremo nel 2014, il che equivale a dire stiamo li' altri 4 anni. Un altro giorno dichiara che dal 2011 la nostra presenza sara' in termini di un contributo solo alla formazione della polizia. E un altro giorno ancora dichiara che bisogna forse dotare di bombe i nostri aerei''. Cosi' Pino Arlacchi, eurodeputato Pd ed ex vicesegretario Onu contro la droga e il crimine, commenta a CNRmedia le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni dal ministro della difesa Ignazio La Russa, dopo l'ennesimo attentato in Afghanistan costato la vita a 4 nostri soldati.
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Il Fattoquotidiano.it, 12 ottobre 2010
Cronaca, di Lorenzo Galeazzi
Duro attacco dell'eurodeputato e relatore della "Nuova strategia in Afghanistan" al ministro della Difesa. Nel frattempo il Paese è sempre più fuori controllo
“Le bombe sono la causa non la soluzione del disastro in Afghanistan”. Non usa mezzi termini l’eurodeputato Pino Arlacchi, ex numero uno dell’agenzia Onu contro la droga e il crimine e relatore della “Nuova strategia in Afghanistan” che giovedì prossimo inizierà il suo iter al Parlamento europeo. Ad Arlacchi l’idea del ministro della Difesa Ignazio La Russa di dotare di bombe gli aerei italiani dispiegati nel Paese, non è piaciuta. “Quello che ha detto il ministro è surreale, cinico e demagogico”.
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Giovedì all'europarlamento presenta la Nuova Strategia dell'Ue
Bruxelles, 12 ott. 2010- (Adnkronos) - "Le bombe non risolvono nulla", l'impegno italiano in Afghanistan "deve restare quello stabilito dal Parlamento, di una missione di pace", la data dell'estate del 2011 per l'avvio del ritiro è ne' più nè meno che "irrealistica". A due giorni dalla presentazione al Parlamento europeo della Nuova strategia dell'Ue sull'Afghanistan di cui è relatore -presentazione che coincide con il vertice ministeriale della Nato a Bruxelles - l'europarlamente del Pd (ex Idv) Pino Arlacchi ne delinea i punti fondamentali e commenta le ultime prese di posizione in Italia. Come quella, emersa all'indomani dell'uccisione di quattro
alpini nella valla del Gulistan, di dotare di bombe i caccia, per assicurare una maggiore protezione delle truppe sul terreno.
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Affaritaliani.it
Intervista all'europarlamentare Pino Arlacchi
12.ott.2010
di Stefania La Malfa
L'attentato contro i soldati italiani in cui sono rimasti uccisi quattro alpini ha riportato sotto i riflettori la questione dell'intervento militare dell'Occidente nel paese. Ma come vivono gli afghani? Pino Arlacchi (Pd), presidente del Gruppo "Europarlamentari per l'Afghanistan", sceglie Affaritaliani.it per spiegare qual è la situazione umanitaria.
Nonostante la guerra costi 50 miliardi di dollari all'anno, tre volte il Pil dell'Afghanistan e nonostante gli aiuti umanitari ammontino a 7 miliardi di dollari all'anno, la metà del Pil afghano, siamo entrati nel decimo anno di guerra e il paese, che conta 30 milioni di abitanti, sta peggio di prima, denuncia Arlacchi.
L'europarlamentare è anche relatore del rapporto "Nuova strategia dell’Afghanistan", presentato lo scorso luglio e che sarà discusso a novembre. "Dal nostro punto di vista - spiega Arlacchi - l'Afghanistan è importante per due motivi, per la guerra al terrorismo e per la droga visto che il paese produce la quasi totalità dell'eroina che arriva in Europa occidentale e danneggia la salute di un milione e mezzo di eroinomani. Ma dal punto di vista afghano, né le le violenze dei gruppi terroristici né il crescente consumo di droga sono i problemi principali. Il problema principale è invece la povertà".
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(AGI) - Roma, 11 ott. 2010 - "Ha ragione il segretario del Pd Bersani quando invita a discutere su come pacificare e ricostruire l'Afghanistan invece di come bombardarlo meglio. Solo nella solita Italia tagliata fuori dal resto dell'Occidente ci si attarda a parlare di bombe dopo dieci anni che si colpisce l'Afghanistan". Lo sostiene in una nota Pino Arlacchi, eurodeputato e Relatore per il Parlamento europeo sulla 'Nuova Strategia dell'Ue in Afghanistan'. "Negli Stati Uniti e in Europa - ha ricordato Arlacchi - si discute dell'opposto, e cioe' della soluzione non militare al problema afgano e dei tempi e dei modi del ritiro delle truppe".
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Il Messaggero, 11 ott. 2010
L'intervista
di Roberto Romagnoli
Bruxelles – Parlamento dell’Unione europea, nono piano. Visto da qui, dalla stanza di Pino Arlacchi, deputato europeo inserito nella Commissione Esteri, l’Afghanistan sembra una cavia nelle mani di chi avrebbe voluto liberarlo e invece è finito con l’usarlo come un esperimento di laboratorio. E questo atto di accusa è contenuto nel “Progetto di relazione su una nuova strategia per l’Afghanistan” che lo stesso Arlacchi ha presentato all’Assemblea parlamentare. A giorni il progetto sarà in discussione ed emendato; a novembre sarà posto ai voti.
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La relazione sulla "nuova strategia" che sarà discussa all'Europarlamento
La Repubblica, 10 ott. 2010
di Vincenzo Nigro
"Ostacoliamo racket e trafficanti ecco perché i Taliban ci attaccano"
SONO i boss della droga, sono i signori della guerra che vivono con le estorsioni alla catena logistica delle truppe Usa-Nato, sono i generali corrotti di polizia ed esercito afgano la vera spiegazione degli attacchi come quelli di ieri contro gli italiani. La catena logistica Nato paga tangenti a Taliban e signori della guerra; e allora la "mafia dei convogli" attacca un Esercito come quello italiano se non paga, e organizza e scorta da solo il suo convoglio.
«La pura esigenza militare dei Taliban è solo una componente, spesso perfino limitata, rispetto agli interessi giganteschi che muovono milizie e gruppi armati afgani, che li rendono così spavaldi nell'attaccare un convoglio di un esercito occidentale», dice Pino Arlacchi, parlamentare europeo e relatore della "Nuova Strategia Ue per l'Afghanistan" che da mercoledì verrà discussa dall'Europarlamento. Il rapporto arriva dopo 6 mesi di viaggi, incontri e riunioni in Afghanistan ed Europa, è un'analisi dettagliata e spietata.
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