Messico-Calabria, prove di alleanza. Nel mirino anche Russia e Asia.
Avvenire, 19 gen. 2010
di Lucia Capuzzi
Con quattro milioni di nuovi consumatori soltanto nell'ultimo anno, il Vecchio Continente è un mercato molto interessante, proprio nel momento in cui la penetrazione negli Usa si fa sempre più complicata.
Ancora si tratta di 'esami preliminari'. Piccoli test per sondare il terreno, calcolare i rischi e le possibilità di evitarli. A breve, però, si potrebbe passare alle prove generali. E quindi al debutto dei narcos messicani – riuniti nei cosiddetti cartelli – in Europa. Quest’ultima rappresenta un mercato 'interessante' per i trafficanti centroamericani. Con quattro nuovi milioni di consumatori nell’ultimo anno, di cui un terzo giovani tra i 15 e i 34 anni, il Vecchio Continente offre loro buoni margini di guadagno. Una prospettiva ancor più allettante ora che la penetrazione nella 'piazza' statunitense s’è fatta più difficile. Per due ragioni. Primo, la concorrenza tra i diversi cartelli – undici organizzazioni – è spietata: tutti vogliono accaparrarsi 'la linea', il redditizio corridoio nella frontiera Usa attraverso cui filtra la droga. Il confine, però – e questa è la secondo motivazione dell’attenzione per il territorio europeo – è sempre più blindato. Le autorità di Washington, terrorizzate all’idea che la violenza narco si estenda a Nord del Rio Bravo, hanno schierato lungo i tremila chilometri tra i due Stati ben 30mila agenti. In media, 10 funzionari per chilometro quadrato. Non che questi siano riusciti ad arginare il traffico. Il Nordamerica resta il 'business' principale per i narcos. Che esplorano, però, giri d’affari integrativi, non alternativi.