l'Unità, 29 ott. 2012 di Pino Arlacchi
Questo articolo è stato interamente ripreso dalla BBC Monitoring European il 30 ottobre scorso. Il testo è disponibile nella versione inglese di questo sito.
La disinformazione sul programma nucleare iraniano ha raggiunto negli ultimi mesi il limite di guardia. Il partito della guerra contro l’Iran è più attivo che mai sia negli Usa che in Israele e in Europa. Poiché ogni guerra si basa su una menzogna più o meno grande, è importante che l’opinione pubblica conosca i tratti essenziali della bugia che sta venendo confezionata allo scopo di ripetere, dieci anni dopo, il disastro della guerra contro l’Irak.
Molti sono convinti che il governo iraniano abbia imboccato la strada della costruzione della bomba atomica e che l’unico modo per fermarlo sia quello di sanzionarlo a tutto spiano, isolarlo, minacciarlo di un attacco militare, colpirlo con le uccisioni mirate di scienziati e con la guerra informatica. Secondo questo modo di pensare, altri metodi sono destinati a fallire, perché gli ayatollah non hanno intenzione di trattare sul serio e vogliono solo guadagnare tempo per consentire ai loro tecnici di progredire verso la fabbricazione della bomba .
Da tre anni il governo americano, con l’ assenso totale della Ue, propaganda questa visione delle cose. Adottata senza fiatare dai media occidentali, essa tace sulla posizione iraniana e minimizza o nasconde le informazioni sulle proposte di soluzione alternative.
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Hanno votato per le lui le classi più povere
l'Unità, 9 ott. 2012
di Pino Arlacchi
La nuova vittoria di Chavez può sorprendere solo chi ignora i dati di fondo della situazione del Venezuela, e chi è vittima del diluvio di disinformazione che ha creato la falsa immagine del caudillo autoritario dedito allo sperpero delle risorse pubbliche, dentro un paese allo sbando, sempre sull'orlo del collasso politico ed economico.
Era semplicemente logico, invece, che Chavez vincesse. E vincesse anche contro un avversario non di destra, che prometteva di continuare e non di smantellare le politiche chaviste.
Si dà il caso, infatti, che anche i poveri votino, e che siano tanti. E che quando vanno a votare convinti in libere elezioni, formino un blocco difficile da smontare.
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di Pino Arlacchi
(A questo link è disponibile la versione pubblicata per l'Unità, il 5 ottobre 2012)
Oltre trent' anni di amicizia personale e di animato scambio intellettuale mi legano ad Eric Hobsbawm. Non sono stato suo allievo, anche se Eric mi riteneva un po´ una sua creatura per via di una specie di passaporto da lui firmato sulla copertina di un volume pubblicato nel 1983 da Cambridge University Press. Mafia, Peasants and Great Estates era il suo titolo. Il volume l´aveva scritto un ragazzino calabrese che aveva studiato in America, il sottoscritto, ed era già uscito tre anni prima in Italia senza che quasi nessuno se ne accorgesse.
Il lavoro poteva ben restare un dettaglio della pubblicistica di scienze sociali se non fosse capitato sotto gli occhi di un insaziabile cultore del dettaglio, Eric Hobsbawm appunto, che ne fu entusiasta fino al punto da proporne la traduzione inglese e firmarne un giudizio lapidario in copertina: "Si tratta della migliore analisi sulla mafia in Calabria e di una delle migliori sulla mafia in assoluto".
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l'Unità , 17 sett. 2012
di Pino Arlacchi
«L’Unione Europea deve evolversi. Non abbiamo paura delle parole : dovremo dirigerci verso una federazione di stati-nazione. Di questo abbiamo bisogno. Non di un super-stato. Una federazione democratica di stati che possa fare fronte ai nostri problemi comuni attraverso la condivisione della sovranità ».
Così il presidente della Commissione ha rilanciato il progetto europeo fornendo una prima risposta a chi chiedeva un salto di qualità politico nella via di uscita dalla crisi. Anche la delegazione italiana al Parlamento europeo aveva chiesto a Barroso di muoversi in questa direzione, ma con una differenza: l’obiettivo del dopo-crisi non deve essere una semplice federazione di stati, ma gli Stati Uniti d’Europa nel vero senso della parola. Noi pensiamo a un assetto fondato sulla cessione completa della sovranità nei campi strategici dell’azione di governo. Pensiamo a un forte centro comune, e alla presenza di una sovranità subordinata nelle sfere minori.
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NEWEUROPE, July 2, 2012, By Federico Grandesso
The European Union is failing in its task to combat major corruption cases in Kosovo, one senior MEP has said.
Speaking to New Europe following the sending of of a written question to the EU’s High Representative for Foreign Affairs and Security Policy, Catherine Ashton, concerning 11 ongoing corruption dossiers, Pino Arlacchi MEP (Italy, S&D), a former Under-Secretary General of the United Nations, has said that the EU’s civilian mission in Kosovo continues to refuse to give details about the progress of investigations into the cases.
He says that the United Nations Mission in Kosovo (UNMIK) should have handed over the files to local judges. However, the EU’s Rule of Law Mission (EULEX) refuses to confirm whetehr or not this has taken place, or the status of investigations. “After the Kosovo independence declaration according to the UN-EU agreements on the handover from UNMIK to EULEX, the 11 file were transferred from UNMIK to the Kosovo local judgesâ€, says Arlacchi, “but according to local sources, EULEX has never officially stated whether or not it sent these files to the local judges and if the investigations left over from UNMIK are being carried outâ€.
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Kosovo, la richiesta dell'Europarlamento "Riaprite l'indagine insabbiata sui fondi neri"
Repubblica.it, 28 giu. 2012, di Stefano Valentino
Sono undici i dossier sui 3 miliardi stanziati per la ricostruzione dell'ex provincia serba. Ma in quattro anni l'Eulex, l'organismo incaricato di amministrare la giustizia, non ha raggiunto alcun risultato. Nel silenzio sia dell'Onu che dell'Ue. Repubblica è riuscita a visionare documenti che mettono sotto accusa la società elettrica del Paese e l'aeroporto internazionale di Pristina. Ora dall'assemblea di Strasburgo parte una richiesta alla Commissione
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Il Quotidiano della Calabria, 11 giu. 2012
di Pino Arlacchi
Quanto accaduto l’altro ieri ha dell’incredibile. Il commissario del Partito Democratico calabrese ha preteso di sospendere e rinviare sine die il congresso PD senza alcuna previa consultazione con i dirigenti regionali, contro il parere dei candidati alla segreteria regionale e senza alcuna valida motivazione. Tutto ciò all’improvviso, a mezzo conferenza stampa, scimmiottando le peggiori pratiche dei partitelli personali.
Il PD ha certo molti difetti. Ma non quello di avere un proprietario. Il PD, inoltre, è partito federale, e basta scorrere fugacemente il suo statuto per avere la misura del rispetto delle autonomie locali che lo ispira.
I candidati alla segreteria, i parlamentari, i sindaci e gli amministratori, gli iscritti e i militanti che hanno partecipato con passione alla preparazione del congresso sono in rivolta. Il sig. D’Attorre, un funzionario che non è stato eletto da nessuno e il cui mandato era solo quello di facilitare l’iter congressuale, si è permesso di trattarli come gente da nulla, res nullius pronta a ingoiare senza fiatare un insulto di queste dimensioni. Molti hanno rilevato come l’offesa alla dignità dei cittadini calabresi che si riconoscono nel PD era nell’aria da un po’ di tempo, e si intuiva dietro i traccheggiamenti intorno alle scadenze, dietro la drammatizzazione delle diversità delle posizioni e dietro i riferimenti alle imperscrutabili “intenzioni romaneâ€.
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Il Quotidiano della Calabria, 5 giu. 2012
di Pino Arlacchi
1. Sono tornato ad occuparmi della mia regione dopo il rientro nel Partito Democratico e dopo un paio di decenni di assenza. Niente di strano. Non c'entra il ritorno alle origini. Al contrario, ciò che mi attrae è il senso di una nuova sfida. Era Madame de Staël, d'altra parte, che diceva che nella vita ci sono solo inizi.
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Al criminologo francese Alain Bauer il premio internazionale "Losardo".
L'evento sarà presieduto da Pino Arlacchi
La Gazzetta del Sud, 13 mag. 2012
di Tiziana Ruffo
“Premio Losardo” al criminologo francese Alain Bauer. Il Parlamento europeo ha concesso il patrocinio per il premio internazionale “Giovanni Losardo”, dedicato alla memoria di un martire della mafia, assassinato il 21 giugno dell’80. Un riconoscimento di grande rilievo se si tiene conto che sinora nessun evento culturale calabrese ha avuto il patrocinio del Parlamento europeo.
La decima edizione del Premio aggiunge così un nuovo prestigioso tassello, che completa il mosaico di successi conseguiti dal Laboratorio Losardo, che organizza da oltre un decennio l’evento culturale per non dimenticare l’amministratore integerrimo di Cetraro. L’iniziativa si terrà il 2 giugno alle ore 18.30 al teatro comunale. Nel corso della serata, presieduta da Pino Arlacchi, saranno premiati il criminologo francese Alain Bauer per la sezione internazionale, la giornalista Manuela Iatì per la sezione autori, Natalia Augias e Guido Ruotolo per la sezione giornalismo, Don Giacomo Panizza e il magistrato Giuseppe Pignatone per la sezione legalità.
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A Bruxelles, il dibattito organizzato da Arlacchi a cui hanno partecipato 25 amministratori locali
Il Quotidiano della Calabria, 21 mar.2012
C’è una Calabria che funziona, che vuole cambiare e che guarda all’Europa per incrementare le opportunità di crescita del proprio territorio e della propria economia. È quella dei tanti amministratori locali che sfidano ogni giorno il muro di rassegnazione e la cultura del lamento per invertire tendenze negative e luoghi comuni.
Se ne è parlato nel corso dell’incontro organizzato a Bruxelles dall’eurodeputato Pino Arlacchi, moderato dal direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza e che ha riunito nella sede del Parlamento europeo 25 amministratori della Calabria: i sindaci Giuseppe Aieta (Cetraro), Ilario Ammendolia (Caulonia), Giuseppe Aulicino (Santa Maria del Cedro), Nicola Belcastro (Cotronei), Renato Bellofiore (Gioia Tauro), Arturo Bova (Amaroni), Luca Branda (Sant’Agata di Esario), Santo Bubbo (Patronà), Vittorio Cavalcanti (Rende), Giovanni Cucci (Spezzano Albanese), Fabrizio Grillo (Cropalati), Francesco Iacucci (Aiello Calabro), Domenico Madafferi (San Ferdinando di Rosarno), Carmine Maio (Carfizzi), Salvatore Migale (Cutro), Antonio Mollo (Cittadella del Capo), Francesco Scalfaro (Cortale), Giuseppe Varacalli (Gerace), Davide Zicchinella (Sellia), i vicesindaci Gaetano Marcovecchio (San Basile) e Francesco Marra (Sant’Alessio in Aspromonte), i consiglieri regionali Bruno Censore, Mario Franchino, Sandro Principe, Francesco Sulla. «Gli esempi di sviluppo e di buon governo di tante realtà dimostrano che una Calabria diversa è possibile», ha detto in apertura dei lavori Pino Arlacchi.
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