di Pino Arlacchi
(A questo link è disponibile la versione pubblicata per l'Unità, il 5 ottobre 2012)
Oltre trent' anni di amicizia personale e di animato scambio intellettuale mi legano ad Eric Hobsbawm. Non sono stato suo allievo, anche se Eric mi riteneva un po´ una sua creatura per via di una specie di passaporto da lui firmato sulla copertina di un volume pubblicato nel 1983 da Cambridge University Press. Mafia, Peasants and Great Estates era il suo titolo. Il volume l´aveva scritto un ragazzino calabrese che aveva studiato in America, il sottoscritto, ed era già uscito tre anni prima in Italia senza che quasi nessuno se ne accorgesse.
Il lavoro poteva ben restare un dettaglio della pubblicistica di scienze sociali se non fosse capitato sotto gli occhi di un insaziabile cultore del dettaglio, Eric Hobsbawm appunto, che ne fu entusiasta fino al punto da proporne la traduzione inglese e firmarne un giudizio lapidario in copertina: "Si tratta della migliore analisi sulla mafia in Calabria e di una delle migliori sulla mafia in assoluto".