Pino Arlacchi:" è un conflitto difficile.... in fondo una coda negativa dell'intervento in Libia. Una grande unità speciale del governo di Gheddafi, con un ottimo addestramento americano, con il crollo del regime si è spostata in Mali dove ha sposato la causa dei Tuareg e si è alleata a gruppi e formazioni terroristiche..."
Cade oggi il ventennale dell´arresto di Totò Riina: un grande successo dello Stato che in un paese normale dovrebbe fornire l´occasione per ricordare che le forze della legalità non sono condannate sempre alla sconfitta. La cattura di Riina a meno di un anno da Capaci consolidò la riscossa antimafia successiva alle stragi. Dimostrò che Falcone, Borsellino, Chinnici e tanti altri non erano morti né soli né invano, e rilanciò lo scontro Stato-mafia su un livello ancora più alto. Solo due mesi dopo veniva rinviato a giudizio Giulio Andreotti sotto l´accusa di collaborazione con Cosa Nostra, la quale rispondeva con una seconda ondata di stragi.
Cosa sta accadendo invece, oggi, nel Paese? L´opinione pubblica è allo sbando, in preda a misteriologi e detrattori di ogni sorta, che rilanciano un´ipotesi campata in aria, senza alcuna prova a supporto, secondo la quale la cattura di Riina fu opera del suo concorrente ai vertici della mafia, Bernardo Provenzano, il quale avrebbe fatto arrivare ai carabinieri la soffiata decisiva per l´individuazione del nascondiglio del boss e della sua famiglia nella periferia di Palermo.
Provenzano, secondo i misteriologi, era stanco della pressione investigativa su Cosa Nostra, dissentiva dalla scelta stragista di Riina, e stava negoziando con lo Stato la vanificazione della legislazione antimafia in cambio della cessazione degli attentati e del ritorno alle vecchie tattiche di collusione e complicità. L'arresto di Riina e la mancata perquisizione del suo covo, lungi dall´essere un limpido successo delle forze dell´ordine, furono uno squallido episodio di "appeasement" istituzionale.
Cade oggi il ventennale dell´arresto di Totò Riina: un grande successo dello Stato che in un paese normale dovrebbe fornire l´occasione per ricordare che le forze della legalità non sono condannate sempre alla sconfitta. La cattura di Riina a meno di un anno da Capaci consolidò la riscossa antimafia successiva alle stragi. Dimostrò che Falcone, Borsellino, Chinnici e tanti altri non erano morti né soli né invano, e rilanciò lo scontro Stato-mafia su un livello ancora più alto. Solo due mesi dopo veniva rinviato a giudizio Giulio Andreotti sotto l´accusa di collaborazione con Cosa Nostra, la quale rispondeva con una seconda ondata di stragi.
La relazione Pisanu colpisce nel segno. Decostruisce punto per punto l'ipotesi accusatoria dei pm palermitani sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia provando linesistenza del versante politico della stessa tramite una convincente sfilza di date, fatti e testimonianze.
Il documento si limita a questo. Il suo merito principale è la dimostrazione dell'inverosimiglianza di una connection Scalfaro-Mancino-Conso che tratta un armistizio con Cosa Nostra in cambio del suo abbandono della strategia terroristica culminata con Capaci.
Ma la relazione Pisanu ha anche dei difetti. Il suo limite maggiore è la mancata ricostruzione del contesto politico di quel terribile biennio '92-'93.
La relazione Pisanu colpisce nel segno. Decostruisce punto per punto l'ipotesi accusatoria dei pm palermitani sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia provando linesistenza del versante politico della stessa tramite una convincente sfilza di date, fatti e testimonianze.
Il documento si limita a questo. Il suo merito principale è la dimostrazione dell'inverosimiglianza di una connection Scalfaro-Mancino-Conso che tratta un armistizio con Cosa Nostra in cambio del suo abbandono della strategia terroristica culminata con Capaci.
Ma la relazione Pisanu ha anche dei difetti. Il suo limite maggiore è la mancata ricostruzione del contesto politico di quel terribile biennio '92-'93.
(ANSA) - Catanzaro, 10 gen. 2013 - ''Un mafioso per caso, e un personaggio di notevole umanita', semplice e diretto, e un acuto osservatore del suo mondo rovesciato''. Lo dichiara in una nota Pino Arlacchi, autore del bestseller tradotto in 12 lingue ''Gli uomini del disonore'', pubblicato a cavallo tra le stragi di Capaci e Via D'Amelio, e presentato da Paolo Borsellino a Roma nel giugno 1992.
''Un uomo - dice Arlacchi - che ha commesso gravi crimini, e che ha saputo riscattarsi dando un grande contributo alle indagini contro la mafia siciliana. L'ho incontrato in segreto la prima volta per due settimane, e ho poi ricostruito le sue opere ed i suoi giorni in prima persona. Dai racconti di Calderone mi sono convinto della incredibile pochezza del materiale umano della mafia. I mafiosi sono piccoli uomini dentro grandi storie'', conclude Pino Arlacchi, che ha manifestato il suo cordoglio alla famiglia di Antonino Calderone.
(ANSA) - Catanzaro, 10 gen. 2013 - ''Un mafioso per caso, e un personaggio di notevole umanita', semplice e diretto, e un acuto osservatore del suo mondo rovesciato''. Lo dichiara in una nota Pino Arlacchi, autore del bestseller tradotto in 12 lingue ''Gli uomini del disonore'', pubblicato a cavallo tra le stragi di Capaci e Via D'Amelio, e presentato da Paolo Borsellino a Roma nel giugno 1992.
''Un uomo - dice Arlacchi - che ha commesso gravi crimini, e che ha saputo riscattarsi dando un grande contributo alle indagini contro la mafia siciliana. L'ho incontrato in segreto la prima volta per due settimane, e ho poi ricostruito le sue opere ed i suoi giorni in prima persona. Dai racconti di Calderone mi sono convinto della incredibile pochezza del materiale umano della mafia. I mafiosi sono piccoli uomini dentro grandi storie'', conclude Pino Arlacchi, che ha manifestato il suo cordoglio alla famiglia di Antonino Calderone.
(ANSA) - Catanzaro, 9 gen. 2013 - ''La relazione Pisanu sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia del 1992-93 sgonfia d'un colpo il pallone dell'inchiesta della Procura di Palermo riducendo la portata di quei fatti alla loro effettiva dimensione. Non ci fu alcun patto scellerato tra i vertici dello Stato da un lato - Scalfaro in testa e giu' per li rami fino ai carabinieri di Mori - ed i vertici di Cosa Nostra dall'altro'': cosi' Pino Arlacchi, tra i maggiori conoscitori della grande criminalita' ed amico dei giudici Falcone e Borsellino.
(ANSA) - Catanzaro, 9 gen. 2013 - ''La relazione Pisanu sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia del 1992-93 sgonfia d'un colpo il pallone dell'inchiesta della Procura di Palermo riducendo la portata di quei fatti alla loro effettiva dimensione. Non ci fu alcun patto scellerato tra i vertici dello Stato da un lato - Scalfaro in testa e giu' per li rami fino ai carabinieri di Mori - ed i vertici di Cosa Nostra dall'altro'': cosi' Pino Arlacchi, tra i maggiori conoscitori della grande criminalita' ed amico dei giudici Falcone e Borsellino.
Secondo Berlusconi il governo Monti ha fatto aumentare la criminalità, come dimostrato dagli ultimi dati del Viminale apparsi qualche giorno fa sul “Corriere della sera”.
Niente di più falso. E non solo perché è sempre sbagliato attribuire oscillazioni brevi dei tassi di violenza a questa o quella gestione politica. Ma anche perché quei dati non «dicono»ciò. Ho ottenuto dal Viminale le cifre sulle denunce di reato ricevute dalle forze dell’ordine italiane nel primo semestre 2012 comparate con quelle dell’anno precedente. Ed ho riscontrato esattamente l’opposto, e cioè la conferma della tendenza al declino della criminalità più grave che è all’opera in Italia e in Europa da circa venti anni.
Benvenuti nel mio sito. Qui potete farvi un’idea di chi sono, e trovare notizie e documenti sulle mie opere e sui miei giorni.
Non sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.
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