(AGI) - Bruxelles, 31 mag. 2011 - L'attacco dei ribelli afghani alla base di Herat e' particolarmente grave perche' i soldati e i civili italiani si stanno distinguendo nel processo di pace nel Paese asiatico. E' la convinzione di Pino Arlacchi, presidente del gruppo europarlamentari per l'Afghanistan, che da Bruxelles commenta l'attacco talebano al Provincial reconstruction team (Prt) che ieri ha causato il ferimento di cinque soldati. "L'Italia sta facendo un eccellente lavoro nel Paese - dice Arlacchi - e la Cooperazione e' un esempio brillante di efficienza e tempestivita' per tutto il mondo. Con poche risorse sono stati completati in tempi rapidi progetti importanti: ospedali, unita' pediatriche, stazioni di polizia e strade". "La nostra rappresentanza riesce a fare bene quello che altri fanno con maggiore fatica", continua il parlamentare, calcolando che gran parte degli aiuti internazionali vanno perduti.
Afghanistan, Arlacchi: "I nostri soldati portano a termine una serie di progetti che hanno a che fare con i bisogni più immediati della popolazione"
Radio Capital, 31 mag. 2011
Servizio di Valerio Grechi
E' fuori pericolo il militare italiano colpito nell'attacco kamikaze a Herat, in Afghanistan, anche se rimane in condizioni molto gravi... meno serie le condizioni degli altri 4 italiani feriti. Obiettivo dei talebani la sede del Gruppo di ricostruzione provinciale gestito dalla nostra cooperazione. Quali sono le attività svolte? Lo abbiamo chiesto a Pino Arlacchi, parlamentare europeo.
Strasburgo, «L’emendamento Gualtieri sul cessate il fuoco in Libia approvato dall’Europarlamento è in linea con la posizione ONU. Il segretario generale Ban Ki Moon ha appena invitato le forze combattenti a cessare il fuoco ed iniziare una soluzione negoziata del conflitto», dichiara in una nota Pino Arlacchi, europarlamentare PD ed ex vice-segretario generale ONU.
Italian MEP pulls no punches in Afghanistan report.
Pino Arlacchi is a liberal Italian MEP who arrived at the European Parliament last year with an extraordinary record of achievements.
He is a sociologist specialising in the study of organised crime who in the 1980s began looking at the mafia in his native Calabria and has since studied their habits in Sicily and elsewhere (including a book on why the mafia is not in Sardinia).
"L'avevo detto" non è mai elegante, ma credo sia giusto per i lettori del sito avere a disposizione le mie dichiarazioni (che risalgono a poco più di un anno fa) sulla vicenda Ciancimino.
Ho ricevuto qualche attacco per questi miei commenti, ma credo sia stato giusto farli, visti i danni che i creatori di Ciancimino icona dell’antimafia hanno fatto e continuano a fare alla lotta contro Cosa Nostra.
"L'avevo detto" non è mai elegante, ma credo sia giusto per i lettori del sito avere a disposizione le mie dichiarazioni (che risalgono a poco più di un anno fa) sulla vicenda Ciancimino.
Ho ricevuto qualche attacco per questi miei commenti, ma credo sia stato giusto farli, visti i danni che i creatori di Ciancimino icona dell’antimafia hanno fatto e continuano a fare alla lotta contro Cosa Nostra.
Pino Arlacchi su Radio Capital: " Un trend non sorprendente"
Il servizio di Mario Caprara, 10 mag.2011
L'Europa consuma cocaina per 33 miliardi di dollari all'anno. E' quanto ha fruttato nel 2009 lo smercio dello stupefacente nel vecchio continente. Quello statunitense tocca i 37 miliardi annui. Il dato esce dall'Ufficio delle Nazioni Unite per la droga e il crimine, in vista del meeting del G8 sul contrasto al narcotraffico che si terrà giovedì a Parigi. Mario Caprara ha chiesto un commento all'ex vicesegretario generale dell'Onu e ora parlamentare europeo Pino Arlacchi.
"Non è ammissibile che il Comune di Oliveto Citra, come altre amministrazioni locali della Campania impegnate nella trasformazione e nello sviluppo dei rispettivi territori attraverso strategie di innovazione e investimento, non possa vedere completare nuovi e importanti progetti a causa delle difficoltà nell’uso dei Fondi Europei erogati dalla Regione Campania". Lo dichiara Pino Arlacchi, eurodeputato Pd, al termine di un incontro con il sindaco Italo Lullo.
L’enfasi suscitata dalla notizia della morte di Bin Laden è, tutto sommato, inferiore a quella che ci si poteva aspettare in relazione all’enormità dell’evento.
Nelle reazioni americane, le tracce della “esagerazione della minaccia terrorista” del post 11 settembre, pur presenti, sono temperate dalle preoccupazioni per altre possibili ripercussioni e, in particolare, per le temute reazioni di Al Queda. Pochi parlano di “vittoria nella terza o quarta guerra mondiale”, di “trionfo finale del bene sul male” o di “liberazione dell´ Occidente da una minaccia mortale”. È rimasto solo Schifani a parlare dell´eliminazione di Bin Laden come di un evento che cambia la storia. L’attenzione del mondo è ormai altrove e, in pochi giorni, si volterà pagina. I tempi del catastrofismo sul futuro della democrazia occidentale e della pace internazionale sotto attacco fondamentalista volgono al tramonto. Si sta facendo strada una visione più realista delle insidie alla sicurezza internazionale e alla stabilità politica interna.
«La minaccia che Al Qaeda può esprimere è ormai ridottissima; semmai avverranno attacchi terroristici, questi saranno opera della componente spontaneistica del terrosimo islamico. Gli allarmi per un possibile nuovo 11 settembre ma anche per un Madrid-bis sono esagerati».
Pino Arlacchi, eurodeputato del Pd, giudica con grande cognizione di causa: docente di sociologia ed ex direttore dell'Undccp (Programma delle Nazioni unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine), è “relatore speciale”dell’Europarlamento sull’Afghanistan, per il quale ha stilato le linee-guida di una nuova strategia che permetta il ritiro occidentale.
Benvenuti nel mio sito. Qui potete farvi un’idea di chi sono, e trovare notizie e documenti sulle mie opere e sui miei giorni.
Non sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.
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