Pino Arlacchi: "Eulex' €150-million-a-year budget is comparable to the DIA's, which has scalped several mafia bosses in a country of 60 million people and one of the worst organised crime problems in the world".
BRUSSELS - Four years after the EU's biggest-ever police mission came to Kosovo it has not indicted any top suspects on organised crime, posing questions about its work and the integrity of Kosovo's leaders.
Eulex itself is proud of its record. Its training of Kosovo police and customs is a success story. When the EU completes its Eulex review in the next few weeks, it is expected to reduce personnel to let local officers take over many day-to-day functions.
Eulex' spokesman in Pristina, Nicholas Hawton, told EUobserver it also has "clear results" in chasing criminals in its war-scarred and politically complex theatre of operations.
He added it has 350 ongoing criminal investigations and that its judges have handed down 220 verdicts - 15 on organised crime and 20 on war crimes. One of the investigations concerns accusations that Kosovo Prime Minister Hashim Thaci used to run an organ trafficking gang. On the shocking case of Enver Zymberi - a Kosovar Albanian policeman murdered by a Serb sniper last year - its investigation has led Interpol to issue six arrest warrants.
A draft European Parliament report endorsed by the foreign affairs committee on Tuesday (24 January) urged it to "increase its efforts" in the Kosovar Serb enclave in north Kosovo and to "step up" its work on organised crime.
La distruzione della democrazia in atto in Ungheria, le dimostrazioni in Romania contro l'austerità. Entrambe le situazioni sono molto simili al modello dell’era berlusconiana in Italia. Pubblico per i lettori del sito, il testo del mio intervento in Aula.
Pino Arlacchi (S&D). Signor Presidente, stiamo parlando della distruzione della democrazia in atto in Ungheria. Ma la stessa cosa si sta verificando in Romania ed entrambe le situazioni sono molto simili al modello dell’era berlusconiana in Italia.
In Romania siamo di fronte ad un populismo autoritario, contrario alla legalità, con il potere concentrato nelle mani del Presidente. La formula di questo populismo di destra è la stessa in tutti i casi: i leaders di questi paesi pensano che, dal momento che hanno vinto le elezioni possono fare tutto quello che vogliono con le istituzioni e convincere la maggioranza che hanno portato a termine la loro missione: “les jeux sont faits”.
Alla presenza dell’europarlamentare Pino Arlacchi è stato presentato ieri ai giornalisti il progetto "Feg (Fondo europeo adeguamento globalizzazione). Lo stesso progetto, redatto su input di Arlacchi, da Simona Scarcella, componente dello staff del sindaco di Gioia Tauro, interesserà i lavoratori portuali in esubero, che attualmente sono 747, dei quali 465 dipendenti del terminalista Mct. Nella sua introduzione, il Sindaco Renato Bellofiore ha parlato di «una importante sinergia tra istituzioni, visto che si tratta di un’iniziativa che vede coinvolti più enti: la Comunità europea, la Regione e il Comune. Tale progetto – ha aggiunto – è un esempio chiaro di come si possano accorciare le distanze con l’Europa». L’europarlamentare gioiese Arlacchi ha invece sottolineato quanto sia «necessario operare in sinergia , perché il progetto richiede un organico lavoro di squadra con la Regione, la Provincia , il Comune e i Sindacati».
Pino Arlacchi: “L’Unione europea sta dando speciali provvidenze ai lavoratori colpiti dalle aziende che delocalizzano. Un aiuto concreto che consiste nella riqualificazione degli stessi lavoratori. Gioia Tauro è una tra le prime realtà italiane a essere inserita come beneficiaria di queste provvidenze (…) Stiamo lavorando in sede europea per un grande rilancio di Gioia Tauro, per fare in modo che il porto venga sfruttato in tutta la sua potenzialità. (…) Mi sto impegnando in sede europea perché Gioia Tauro tenga il passo con la concorrenza internazionale.
Gioia Tauro ha caratteristiche che la mettono in grado di reggere molto bene questa sfida con i maggiori porti del Mediterraneo (…)
Mentre i destini del porto restano comunque estremamente nebulosi, il comune di Gioia Tauro cerca di metterci una pezza a livello occupazionale. L’amministrazione ha infatti redatto e avviato presso la Commissione Europea il procedimento di partecipazione al progetto Feg, che conformemente alle prescrizioni delle norme regolamentari che istituiscono il Fondo Europeo di adeguamento alla globalizzazione - ha il fine di promuovere il reinserimento occupazionale dei lavoratori del porto di Gioia Tauro per i quali è stato dichiarato lo stato di esubero e che attualmente- beneficiano degli ammortizzatori sociali. Un’iniziativa adottata dall’amministrazione comunale, come si legge in una nota stampa dell’ente, «su impulso dell’europarlamentare Pino Arlacchi- con la collaborazione del Ministero del Lavoro e la compartecipazione della Regione Calabria.
Ritorno come promesso al tema del 2011 come anno “kantiano”, tappa importante nella crescita dello sviluppo umano. In una nota apparsa l’ultimo dell’anno su questo sito ho citato il rapporto della Banca Mondiale secondo cui gli obiettivi più ambiziosi della “Strategia del Millennio”, stabilita dall’ONU nel 2000 ed avente come scadenza il 2015, saranno raggiunti. Il traguardo più rilevante, il dimezzamento della povertà assoluta nel pianeta, è a portata di mano, essendo stato conseguito da Cina, India e altri paesi. E il secondo obiettivo più ambizioso, l’istruzione primaria per tutti i bambini della terra, è già realtà nell’83% degli stati.
Una serie di altri dati, pubblicazioni ed eventi confermano che questo trend positivo è all’opera anche nel campo della sicurezza umana. E come precursore dell’anticatastrofismo e critico del partito della paura che imperversa nei media ed altrove non posso che gioire di ciò.
(ANSA) - Roma, 7 gen. 2012 – «L'isteria mediatica e le dichiarazioni del sindaco Alemanno sugli omicidi di Roma mi hanno sconcertato per la loro abnormità. Roma non è il Far West. Non esistono quartieri fuori controllo e la mafia non c'entra nulla con i fatti di sangue appena avvenuti. Alemanno chiede perquisizioni a tappeto e mano libera alla polizia senza sapere cosa sta dicendo», dice, in una nota, Pino Arlacchi, responsabile sicurezza internazionale del Partito Democratico.
«Invece di tranquillizzare i cittadini dando il giusto peso a quanto accaduto e annunciare misure credibili di riduzione della criminalità – aggiunge Arlacchi – vari esponenti dell’amministrazione comunale hanno cavalcato la montatura mediatica di un doloroso fatto di cronaca, superando ogni limite nell’allarmare l’opinione pubblica. Roma è tra le città più sicure d’Europa. È tre volte più sicura di Bruxelles, e molto più sicura di Londra, di Berlino, di Amsterdam, di Copenaghen e di Helsinki, ed è anche meglio di Parigi e di Madrid. Non solo, ma la sua criminalità più grave scende costantemente da più di venti anni. I 70 omicidi all’anno dei primi anni novanta si sono ridotti a meno della metà oggi, nonostante l’aumento della popolazione. E lo stesso è accaduto in tutte le maggiori città italiane, indipendentemente da chi le ha governate», prosegue Arlacchi.
Pino Arlacchi: “La notizia di un aumento dei sequestri di droghe pesanti e leggere in Afghanistan non mi colpisce particolarmente”.
(...) La droga più importante è l’eroina che deriva dall’oppio coltivato in quel Paese: non risultano aumenti in quel campo (...)
(...) C’è un aumento dei sequestri delle droghe leggere, soprattutto della marijuana, ma da un punto di vista del mercato, dal punto di vista del denaro in più che affluisce ai talebani, non è molto significativo (...)
(...) I profitti dei talebani e delle insurgency non derivano principalmente dal traffico e dalla produzione dei narcotici, contrariamente a quello che tutti pensano (...). La maggiore fonte sono invece le estorsioni effettuate dai talebani e dagli altri sulla logistica militare, soprattutto quella della NATO(...).
(...) Concludiamo questo 2011 con un omaggio a Kant, il filosofo che più di ogni altro ha creduto nella forza della pace e nella crescita dell’emancipazione umana.
di Pino Arlacchi
Il 2011 si è concluso all’insegna di un gap che crescerà ancora l’anno prossimo e in quelli successivi. Il gap di fiducia nel futuro, di fede nel progresso umano, tra chi vive nelle parti meno prospere e fortunate del pianeta da un lato, e noi cittadini dell’Occidente ricco e progredito dall’ altro.
Ma è un gap a parti invertite. Sono “loro”, i poveri e i non più poveri, gli ex-derelitti e demoralizzati a stare questa volta dalla parte della speranza, della positività, e dell’intraprendenza coraggiosa.
Basta mettere il naso fuori dall’Europa, dagli Stati Uniti, dal Giappone, per non trovare traccia del pessimismo e dell’amarezza diffusi in ogni strato sociale come effetto dei morsi della crisi finanziaria sull’economia reale. Fuori dalla cittadella occidentale si trovano comunità vibranti, che credono in se stesse, e che si sentono proiettate in un mondo migliore. Centinaia di milioni di individui che sentono di poter finalmente costruire un futuro di benessere e di dignità per se stessi e per i propri figli.
E tutto ciò nonostante la fame, la povertà, le malattie, le guerre e le discriminazioni che continuano ad imperversare in Africa e in parti consistenti dell’Asia centrale e meridionale. Gli ultimi dati a nostra disposizione, pubblicati proprio nelle ultime settimane dell’anno, danno il senso di una svolta irreversibile, epocale, che è maturata quasi sottotraccia nel corso degli ultimi due decenni ed è venuta alla luce negli ultimi anni.
Lo sviluppo umano è in piena crescita. E da ogni lato. Sia da quello socio-economico, che da quello etico-politico.
L'eurodeputato è stato ospite del programma di approfondimento giornalistico condotto da Paola Moscardino su Tgnorba24.
[...] Perché la mafia è sopravvissuta alle stragi di Capaci e di via D’Amelio?
[...] Non abbiamo saputo darle il colpo finale per diverse ragioni [...].
[...] Un po’ perché è la mafia che ha fatto una contromossa intelligente, ha finto di scomparire come organizzazione violenta, ha ridotto drammaticamente i tassi di violenza e quindi l’attenzione e l'allarme sociale verso di essa [...]
[...]Ha cambiato strategia, si è collegata di più con la corruzione politica, fa più business, spara molto di meno, e Cosa Nostra ha anticipato quello che è stato un trend, un cambiamento di tutta la criminalità mondiale che ha fatto più o meno la stessa cosa qualche anno dopo Cosa Nostra [...].
Benvenuti nel mio sito. Qui potete farvi un’idea di chi sono, e trovare notizie e documenti sulle mie opere e sui miei giorni.
Non sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.
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