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Rassegna Stampa


Afghanistan, Arlacchi e Cozzolino:"cordoglio per le vittime"

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Strasburgo, 17 mag. 2010

Afghanistan, Arlacchi e Cozzolino: "Verificare sicurezza dei nostro soldati e obiettivi missione".

"Siamo vicini ai famigliari dei soldati italiani caduti e speriamo che le condizioni dei feriti possano migliorare al più presto" così gli europarlamentari Pino Arlacchi, vice presidente della delegazione per l'Afghanistan del Parlamento Europeo, e Andrea Cozzolino, membro della delegazione e vice capodelegazione PD, sull'attentato di oggi contro i militari italiani.

 

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Mafia, Arlacchi: "Ciancimino inattendibile anche questa volta"

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ANSA,  Catanzaro 13 mag. 2010 - "Le ultime dichiarazioni di Ciancimino junior su Berlusconi vittima della mafia hanno la stessa attendibilità, grado zero, di quelle precedenti su Forza Italia nata da un progetto mafioso. Agli incauti sottoscrittori delle prime tocca adesso l'onere di spiegarne la coerenza con le seconde". A sostenerlo, in una nota, è l'europarlamentare di Idv, Pino Arlacchi, legato da un rapporto personale con Giovanni Falcone e promotore del Trattato di Palermo del 2000 contro le mafie mondiali.

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Primo Maggio a Rosarno: occasione per rilancio Calabria

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Ansa, Catanzaro, 30 apr.2010

«La festa del 1° maggio che quest’anno si celebra a Rosarno assume molti significati e non solo alla luce degli ultimi fatti di cronaca. Da anni – sostiene in una nota l’eurodeputato Pino Arlacchi - il mercato del lavoro è controllato dal potere mafioso e per anni amministratori locali, sindacati, uffici del lavoro non si sono posti il problema di indagare sul rispetto delle leggi da parte delle imprese mafiose, di opporsi all’egemonia dei datori di lavoro che hanno sfruttato la manovalanza locale, riducendo in schiavitù non solo gli extracomunitari di Rosarno, ma anche tutte le altre vittime del caporalato, i lavoratori stagionali costretti ad accontentarsi di niente, pur di non morire di fame».

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«Un depistaggio la provocazione contro gli operatori italiani»

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l’Unità, 22 apr. 2010

Intervista a Pino Arlacchi

di Umberto De Giovannangeli

«L’obiettivo è sempre stato la chiusura dell’ospedale di Lashkar Gah gestito da Emergency. L’arresto degli operatori italiani è parte di una spregiudicata operazione di depistaggio costruita ad arte per sviare l’attenzione dal reale obiettivo di coloro che non vogliono avere in Helmand un testimone scomodo. Scomodo perché può raccontare del fallimento in atto di uno dei pilastri della nuova strategia americana ideata dal generale Stanley McCrystal (comandante delle truppe alleate in Afghanistan, ndr)». A sostenerlo è Pino Arlacchi, vice presidente della delegazione del Parlamento europeo sull’Afghanistan.

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Pino Arlacchi parla della vicenda "Emergency" nel corso della trasmissione Il Caffè di Rainews24

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Pino Arlacchi nel corso della  trasmissione Il Caffè condotta da Corradino Mineo su Rainews24, 19 apr.2010

 

Arlacchi, Emergency: la mia preoccupazione è la conferma della mia analisi

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18 apr. 2010

«Questione di giorni poi i tre italiani saranno scarcerati, ma dovranno lasciare l'Afghanistan. Quanto all'ospedale di Emergency ad Helmand, vero obbiettivo dell'operazione, Gino Strada sarà costretto a piegarsi e la struttura verrà chiusa. È un peccato, ma finirà così».
Lo avevo detto qualche giorno fa in un’intervista al Corriere della Sera. Su questa vicenda, sono stato fin troppo facile profeta. La mia maggiore preoccupazione però è la conferma dell’analisi da cui sono scaturite le mie dichiarazioni: è evidente che ora dobbiamo aspettarci molte vittime civili nell’operazione militare in corso a Helmand.

 

Emergency, Arlacchi: "Sarebbe il caso si muovesse l'Europa"

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CNR_Media_2.jpg14 apr. 2010

Sul caso dei 3 cooperanti di Emergency, "vista la debolezza del governo italiano, forse sarebbe il caso che si muovesse l'Europa". Così a CNRmedia l'eurodeputato dell'Italia dei Valori Pino Arlacchi, capo delegazione per l'Afghanistan dell'Unione Europea.

"Non è un caso che questa provocazione verso l'Italia sia arrivata quando a Kabul non c'è più l'ex ambasciatore Sequi, che era molto rispettato e godeva di una notevole influenza. Con la sua dipartita l'Italia in Afghanistan pesa molto meno. Danneggiare in questo modo un paese amico che combatte sulla stessa frontiera non è un'azione da poco. Infatti questa operazione è stata svolta quando evidentemente sapevano che la nostra reazione sarebbe stata morbida.

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«Via i testimoni perché la guerra rischia di fallire»

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Afghanistan, Arlacchi: "non riescono a evitare vittime civili".

La Gazzetta del Mezzogiorno, 14 apr. 2010
Intervista di Benedetto Sorino

«Purtroppo sono stato un buon profeta». A prevedere con certezza la cacciata di Emergency dalla provincia di Helmand era stato Pino Arlacchi, eurodeputato alla guida della delegazione parlamentare per le relazioni con l'Afghanistan; sociologo e tra i massimi esperti di mafia e traffici di droga è stato anche vice Segretario generale dell'Onu.

In questa intervista Arlacchi non nasconde la sua amarezza, appena appresa la notizia che l'ospedale di Lashcar-Gah è ora nelle mani delle autorità afghane. «Gli americani e i loro alleati - dice - hanno capito che non riescono a procedere alla conquista militare senza fare vittime civili. Per questo i medici e tutti gli operatori di Emergency sono testimoni scomodi».

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«Dopo l'addio di Sequi hanno trovato il modo di colpire il nostro Paese»

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Corriere della Sera, 13 apr.2010

Primo Piano Afghanistan
di Andrea Nicastro

«Penso che con l'ex rappresentante Ue a Kabul questo non sarebbe successo»

«Questione di giorni poi i tre italiani saranno scarcerati, ma dovranno lasciare l'Afghanistan. Quanto all'ospedale di Emergency ad Helmand, vero obbiettivo dell'operazione, Gino Strada sarà costretto a piegarsi e la struttura verrà chiusa. E' un peccato, ma finirà così».

I panni del profeta cadono a pennello su Pino Arlacchi. Il sociologo, «mafiologo», celebre a fine Anni 90 per il piano di eliminazione dell'oppio dall'Afghanistan talebano, è abituato a sbilanciarsi. «Tutto questo non sarebbe mai successo se a Kabul avessimo ancora un rappresentante del calibro di Ettore Sequi. Uno che è stato prima nostro ambasciatore, poi rappresentante Ue e che ho visto considerato dal governo afghano come nessun altro straniero mai. Con lui su piazza non si sarebbero permessi. Invece, la nostra diplomazia cosa fa? Lo lascia andar via dall'Afghanistan con il risultato di vedere il peso politico dell'Italia e quello stesso dell'Europa drasticamente ridotto».

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Pino ArlacchiNon sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.

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