L’ottuso formalismo della Corte europea dei diritti umani che ha annullato gli effetti della condanna definitiva di Bruno Contrada getta discredito sulla giustizia sovranazionale.Essa dovrebbe entrare in campo dove la giustizia nazionale è impossibilitata a funzionare.Non può essere un quarto grado di giudizio lontano mille miglia dai fatti. E dalla giustizia giusta.
Questa è precisamente l’Europa che non vogliamo.
Solo un consesso di azzeccagarbugli può infatti stabilire che la somma di due reati molto ben definiti - il concorso ad un crimine e l’associazione mafiosa - è uguale a zero se il reato è stato commesso prima di essere stato creato dalla cosiddetta “giurisprudenza”.
Quando Contrada permetteva ai capimafia di dileguarsi avvertendoli degli arresti imminenti non sapeva di commettere - secondo gli illustri “giuristi” di Strasburgo - il reato di favoreggiamento o di associazione a delinquere, o di concorso.
Se volete farvi un idea di cosa sia stato Contrada leggetevi la sentenza di condanna di primo grado, che illustra le sue gloriose gesta al servizio di Cosa Nostra nella Sicilia degli anni ‘70 e ‘80. La figura di questo grande poliziotto, ammirato ovviamente da Sgarbi, si erge maestosa sui cadaveri dei suoi colleghi ammazzati per le strade di Palermo, da Boris Giuliano in poi.
24 dicembre 2017