Situazione in Mali, Pino Arlacchi a Radio 24

Radio24, 16 gen. 2013

Pino Arlacchi:" è un conflitto difficile.... in fondo una coda negativa dell'intervento in Libia. Una grande unità speciale del governo di Gheddafi, con un ottimo addestramento americano, con il crollo del regime si è spostata in Mali dove ha sposato la causa dei Tuareg e si è alleata a gruppi e formazioni terroristiche..."

Ascolta l'intervista di Laura Bettini

 

Vent'anni fa l'arresto di Riina. Un vero successo dello Stato

l'Unità, 15 gen. 2013

L'analisi di Pino Arlacchi

Cade oggi il ventennale dell´arresto di Totò Riina: un grande successo dello Stato  che in un paese normale dovrebbe fornire l´occasione per ricordare che le forze della legalità non sono condannate sempre alla sconfitta. La cattura di Riina a meno di un anno da Capaci consolidò la riscossa antimafia successiva alle stragi. Dimostrò che Falcone, Borsellino, Chinnici e tanti altri non erano morti né soli né invano, e rilanciò lo scontro Stato-mafia su un livello ancora più alto. Solo due mesi dopo veniva rinviato a giudizio Giulio Andreotti sotto l´accusa di collaborazione con Cosa Nostra, la quale rispondeva con una seconda ondata di stragi.

Cosa sta accadendo invece, oggi, nel Paese? L´opinione pubblica è allo sbando, in preda a misteriologi e detrattori di ogni sorta, che rilanciano un´ipotesi campata in aria, senza alcuna prova a supporto, secondo la quale la cattura di Riina fu opera del suo concorrente ai vertici della mafia, Bernardo Provenzano, il quale avrebbe fatto arrivare ai carabinieri la soffiata decisiva per l´individuazione del nascondiglio del boss e della sua famiglia nella periferia di Palermo.

Provenzano, secondo i misteriologi, era stanco della pressione investigativa su Cosa Nostra, dissentiva dalla scelta stragista di Riina, e stava negoziando con lo Stato la vanificazione della legislazione antimafia in cambio della cessazione degli attentati e del ritorno alle vecchie tattiche di collusione e complicità. L'arresto di Riina e la mancata perquisizione del suo covo, lungi dall´essere un limpido successo delle forze dell´ordine, furono uno squallido episodio di "appeasement" istituzionale.

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Trattativa Stato-mafia: meriti e limiti della Relazione Pisanu

l'Unità, 11 gen. 2013

L'analisi di Pino Arlacchi

La relazione Pisanu colpisce nel segno. Decostruisce punto per punto l'ipotesi accusatoria dei pm palermitani sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia provando linesistenza del versante politico della stessa tramite una convincente sfilza di date, fatti e testimonianze.

Il documento si limita a questo. Il suo merito principale è la dimostrazione dell'inverosimiglianza di una connection Scalfaro-Mancino-Conso che tratta un armistizio con Cosa Nostra in cambio del suo abbandono della strategia terroristica culminata con Capaci.

Ma la relazione Pisanu ha anche dei difetti. Il suo limite maggiore è  la mancata ricostruzione del contesto politico di quel terribile biennio '92-'93.

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Programma operativo regionale Campania FESR 2007-2013

13 dicembre 2012

In esecuzione del POR Campania FESR 2007-2013 (decisione C/2007/4265 dell'11.9.2007), la Regione Campania con legge regionale n. 12/2007 e successivi provvedimenti amministrativi (bando disciplinare n.198 del 15.4.2008 e decreto dirigenziale n. 674 del 13.7.2009) ha ammesso agli aiuti per lo sviluppo e l'innovazione tecnologica 159 imprese.

Nelle modalità di assegnazione degli incentivi, in particolare nell'art. 10 del suddetto disciplinare, si stabilisce che «per gli adempimenti istruttori per la concessione delle agevolazioni e la gestione finanziaria delle relative somme previste dal disciplinare, la Regione individua un soggetto gestore, tra banche o società aventi comprovate esperienze in attività similari, in possesso dei necessari requisiti tecnici e organizzativi». Detta disposizione regolamentare ha determinato che tutti i soggetti interessati potevano accedere alle agevolazioni attraverso le banche individuate come soggetti gestori, provvedendo alla sottoscrizione di moduli e contratti predisposti e non modificabili, il cui contenuto era sicuramente noto alla Regione Campania.

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Mafia, morto Calderone, Arlacchi:"Aveva notevole umanità"

(ANSA) - Catanzaro, 10 gen. 2013 - ''Un mafioso per caso, e un personaggio di notevole umanita', semplice e diretto, e un acuto osservatore del suo mondo rovesciato''. Lo dichiara in una nota Pino Arlacchi, autore del bestseller tradotto in 12 lingue ''Gli uomini del disonore'', pubblicato a cavallo tra le stragi di Capaci e Via D'Amelio, e presentato da Paolo Borsellino a Roma nel giugno 1992.

''Un uomo - dice Arlacchi - che ha commesso gravi crimini, e che ha saputo riscattarsi dando un grande contributo alle indagini contro la mafia siciliana. L'ho incontrato in segreto la prima volta per due settimane, e ho poi ricostruito le sue opere ed i suoi giorni in prima persona. Dai racconti di Calderone mi sono convinto della incredibile pochezza del materiale umano della mafia. I mafiosi sono piccoli uomini dentro grandi storie'', conclude Pino Arlacchi, che ha manifestato il suo cordoglio alla famiglia di Antonino Calderone.

 

Stato-mafia: Arlacchi, sgonfiato pallone inchiesta Ingroia

(ANSA) - Catanzaro, 9 gen. 2013 - ''La relazione Pisanu sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia del 1992-93 sgonfia d'un colpo il pallone dell'inchiesta della Procura di Palermo riducendo la portata di quei fatti alla loro effettiva dimensione. Non ci fu alcun patto scellerato tra i vertici dello Stato da un lato - Scalfaro in testa e giu' per li rami fino ai carabinieri di Mori - ed i vertici di Cosa Nostra dall'altro'': cosi' Pino Arlacchi, tra i maggiori conoscitori della grande criminalita' ed amico dei giudici Falcone e Borsellino.

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Più furti e rapine? No, è il contrario

l'Unità, 7 gen. 2013

L'intervento di Pino arlacchi

Secondo Berlusconi il governo Monti ha fatto aumentare la criminalità, come dimostrato dagli ultimi dati del Viminale apparsi qualche giorno fa sul “Corriere della sera”.

Niente di più falso. E non solo perché è sempre sbagliato attribuire oscillazioni brevi dei tassi di violenza a questa o quella gestione politica. Ma anche perché quei dati non «dicono»ciò.  Ho ottenuto dal Viminale le cifre sulle denunce di reato ricevute dalle forze dell’ordine italiane nel primo semestre 2012 comparate con quelle dell’anno precedente. Ed ho riscontrato esattamente l’opposto, e cioè la conferma della tendenza al declino della criminalità più grave che è all’opera in Italia e in Europa da circa venti anni.

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D'Alema attaccato su uno dei suoi punti più forti

Pino Arlacchi: "L’attacco di Panebianco a D’Alema rivoltogli dalle colonne del “Corriere della Sera”  è profondamente sbagliato.

5 gen. 2013 - «Massimo d’Alema ha di sicuro dei punti deboli in politica interna, ma solo un estremista pro-Israele come Angelo Panebianco può tacciarlo di estremismo anti-israeliano». Lo dichiara Pino Arlacchi, membro della Commissione Esteri del Parlamento Europeo e responsabile sicurezza internazionale del PD.

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Arlacchi: "I fan di Antonio Ingroia sono allarmati"

3 gen. 2013

di Pino Arlacchi

I fan di Antonio Ingroia sono allarmati. I cronisti che negli ultimi anni hanno visto il loro status lievitare sulle, chiamamole così, indiscrezioni della Procura di Palermo fino al punto da fare invocare la separazione anche delle loro carriere da quelle degli inquirenti, non capiscono bene cosa stia succedendo. Altri prendono le distanze dagli attacchi a testa bassa che il loro ex eroe sferra contro l'establishment istituzionale e contro l'antimafia responsabile e legalitaria che l’ha finora tollerato. Ma pochi si rendono conto della coerenza delle posizioni espresse dal pm siciliano. Si tratta in realtà di una narrativa politica organica da considerare come tale, e da non liquidare sommariamente. Dopo avere concluso un’inchiesta che accusa i vertici "puliti" dello Stato - quelli del 1992-93 guidati da Oscar Luigi Scalfaro - di avere condotto una sordida trattativa con Cosa Nostra nello stesso momento in cui dichiaravano di volerla distruggere, trattativa che sarebbe costata addirittura la vita di Borsellino, Ingroia ha alzato il tiro. Ha accusato la Corte Costituzionale di avere emesso una sentenza politica dandogli torto in un conflitto con il Presidente della Repubblica. Napolitano è stato accusato a sua volta dalla muta giornalistica pro-Ingroia di coprire i reati commessi da un suo sodale della Prima Repubblica, Nicola Mancino, ministro dell’Interno durante la cosiddetta trattativa. Che sarebbe perciò l'atto fondante di una seconda Repubblica nata sulla menzogna e sul compromesso tra Berlusconi e la sinistra 'normale'.

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Pino Arlacchi: "Ingroia prepara difesa flop inchiesta Stato-mafia

(Ansa) - Catanzaro, 29 dic. 2012

''L'attacco a tutto campo di Antonio Ingroia al segretario Pd e al Procuratore Grasso non e' cosi' sconsiderato come sembra. E' animato dalla stessa logica che ha portato alla costruzione mediatica della figura di Ingroia e alla sua candidatura a capo di una formazione estremista''. Lo afferma, in una nota, Pino Arlacchi, europarlamentare Pd, sociologo ed amico e collaboratore di Giovanni Falcone.

''Dopo avere messo in piedi un'inchiesta che e' la caricatura di quelle condotte da Falcone e giudicate da Grasso, perche' senza prove ne' indizi - ha aggiunto Arlacchi - l'imperativo e' quello di spararla sempre piu' grossa, in modo da poter fare la vittima politica nel momento della resa dei conti giudiziaria. Seguendo le tracce di altri pm meridionali che si sono dichiarati vittime della ragion di Stato invece che della propria debolezza professionale, Ingroia si sta costruendo una linea difensiva in vista del flop della sua indagine su mafia-stato sul piano dibattimentale, nel caso ci arrivi''. (ANSA).

 


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Pino ArlacchiNon sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.

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