9 gennaio 2010
La Repubblica
di Laura Nobile
"Mi chiamo Antonino Calderone" confessione di un mafioso pentito - Al Bellini
L'attore porta in scena il monologo scritto da Dacia Maraini e tratto dal libro di Arlacchi
Una confessione-fiume, che ha già in sé una cadenza teatrale. La storia di un'affiliazione mafiosa dettata da una storia familiare che non lascia scampo, ma vissuta quasi dall´esterno, con un senso di inevitabile necessità. "Mi chiamo Antonino Calderone" di Dacia Maraini è la nuova produzione del Teatro Biondo che alle 21 debutta in prima nazionale al Bellini, diretto e interpretato da Pino Caruso.
Tratto da "Gli uomini del disonore" di Pino Arlacchi, lo spettacolo è la trasposizione in forma teatrale della confessione raccolta dal sociologo. La storia è quella del pentito Antonino Calderone, un mafioso che all´inizio degli anni Settanta entra a far parte della famiglia catanese, con il fratello Pippo, e di cui il monologo segue la trasformazione e il travaglio che sta dietro a scelte sofferte.
«Del libro di Arlacchi, che ha già una cadenza teatrale, ho tratto la storia di quest´uomo dalla vita avventurosa e difficile, sempre inseguito dalla vendetta - racconta Dacia Maraini - un uomo non portato per carattere ai delitti, ma trascinato dalla storia familiare e dall´intimità col fratello Pippo, che era il vero mafioso di rango, a entrare nel clan». Per l´autrice, l´interesse della storia di Calderone sta proprio nel suo racconto a margine: «Calderone sembra non essere mai al centro dell´universo mafioso - continua la scrittrice, che ha appena pubblicato "La ragazza di via Maqueda" - resta lateralmente e con uno sguardo quasi distaccato. Vede molte cose, ha paura di essere ucciso e cerca in tutti i modi di evitare di uccidere».
Dal punto di vista scenico, Caruso ha scelto di interpretare l´uomo nella sua stanza, mentre davanti a un registratore consegna ad Arlacchi la sua confessione e i suoi rimorsi. «Al centro del monologo - racconta l´attore - c´è proprio l´aspetto umano di una persona che non sembrava tagliata per fare il mafioso, ma per il quale gli esempi "positivi" erano quelli violenti che venivano dalla famiglia. Dal monologo emerge l´ignominia della mafia e un appello sincero ai mafiosi ad abbandonare una vita infame». All´uccisione di tre bambini Calderone riesce a sottrarsi solo non partecipando direttamente, ma dall´allora qualcosa in lui comincia a cambiare e dopo l´omicidio del fratello fuggirà all´estero. Arrestato e detenuto in Francia, è stato ascoltato da Falcone nell´87 e ora vive all´estero sotto protezione. Repliche fino al 31, biglietti da 20 a 40 euro.