13 febbraio 2012
In base all'ultima relazione dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), la flotta peschereccia mondiale è attualmente di dimensioni 2,5 volte maggiori rispetto alle reali necessità. Tale eccesso di capacità è in ampia misura dovuto ai sussidi governativi, in particolare in Europa e in Asia. Oltre all'eccesso di capacità, molti metodi utilizzati per la pesca non sono sostenibili da altri punti di vista. Tali metodi esercitano un forte impatto negativo sul funzionamento di base degli ecosistemi marini.
Decenni di pesca globale incontrollata e caratterizzata dall'avidità, dalla corruzione, dalla cattiva gestione nonché dall'indifferenza dell'opinione pubblica sfociano nella progressiva distruzione del patrimonio ittico in tutti gli oceani. Circa l'80 % delle riserve ittiche mondiali è sovrasfruttato, impoverito o in uno stato di tracollo. A livello mondiale, circa il 90 % della popolazione di grandi pesci predatori è già scomparso.
Vista la riforma della politica comune della pesca dell'UE proposta dalla Commissione:
1. Sta la Commissione pianificando nuove misure per il recupero graduale del patrimonio ittico?
2. Tiene conto la Commissione della biodiversità nel Mar Mediterraneo e della multispecificità delle sue riserve ittiche?
3. Quali misure intende adottare la Commissione per assicurare che, nello stipulare i nuovi accordi di pesca con paesi terzi, siano stabiliti parametri adeguati per garantire un uso più sostenibile delle risorse?
E-001755/2012
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione
Articolo 117 del regolamento
Pino Arlacchi (S&D) , Guido Milana (S&D) , Silvia Costa (S&D) , Mitro Repo (S&D) , Catherine Bearder (ALDE) , Vasilica Viorica Dăncilă (S&D) , Ivo Vajgl (ALDE) , Rolandas Paksas (EFD) , Nikolaos Salavrakos (EFD) e Claudiu Ciprian Tănăsescu (S&D)
[source:www.europarl.europa.eu]