L'Unità, 28 nov. 2010
di Pino Arlacchi
Inizia oggi sull'Unità e su questo sito (nella sezione Balle, Bufale & inganni...), un appuntamento più o meno regolare con i lettori, con i quali condividerò sia delle riflessioni estemporanee, legate all´attualità quotidiana della politica soprattutto internazionale, sia argomenti più meditati.
Il filo conduttore sarà la critica delle distorsioni informative, delle false notizie e degli stereotipi a senso unico che hanno l’effetto di annebbiare le nostre coscienze e di abbassare le nostre aspettative.
Metterò a disposizione dei lettori le conoscenze che ho accumulato in alcuni decenni di studio e di impegno nella vita pubblica, e che mi hanno portato alla convinzione che siamo vittime di un grande inganno, che ci impedisce di proseguire lungo la strada del progresso e dell’emancipazione individuale.
Il grande inganno è una gigantesca manipolazione delle coscienze, effettuata su una scala mai conosciuta in passato. Viene prodotto dai conglomerati dell´informazione, dai governi, dagli apparati militari e della sicurezza, prevalentemente americani.
Il grande inganno produce senza sosta una delle emozioni più potenti: la paura. Un senso di angoscia che ha finito con l’avvolgere quasi ogni notizia e valutazione sui fatti del mondo. Mi ha molto colpito l’affermazione di un noto giornalista, Giampaolo Pansa, che ha condensato in poche righe il significato peggiore del grande inganno: "Per anni la lettura dei quotidiani, ogni mattina, è stato il rito professionale che dava inizio alla mia giornata e mi spalancava una finestra sul mondo. Oggi la mazzetta della carta stampata mi da´ ansia, non vorrei aprirla per non provare nuovi terrori".
Ma questo tipo di paura è al tempo stesso un’emozione artificiale, indotta, perché ha solo tenui riscontri con ciò che accade. La produzione del panico implica la diffusione di menzogne che hanno lo scopo di metterci sulla difensiva e farci sentire molto più fragili di quanto siamo.
Il grande inganno è un’operazione reazionaria. E´ di destra, nel senso della sfiducia e dell’odio verso il progresso e l’emancipazione umana. Esso costruisce mostri dove esistono solo alterità scomode. Inventa pericoli mortali dove agiscono solo processi di cambiamento che rovesciano vecchi equilibri. Qualche esempio.
Da occasione di crescita della stabilità globale, l’attuale ascesa della Cina viene trasformata in una fonte di apprensione e di conflitto. Le cifre sulla spesa militare cinese vengono inflazionate oltre ogni misura ed il loro significato stravolto per agitare lo spauracchio di una Cina intenta a soverchiare il mondo. Si inventano dal nulla scontri e guerre prossime venture tra India, Cina e Giappone ignorando tutte le evidenze contrarie. E ignorando che la Cina è una potenza quintessenzialmente pacifica, che ha fatto pochissime guerre, ed i cui filosofi avevano "scoperto" la superiorità della pace e predicato l’avversione alla guerra 2500 anni prima che l’Occidente pervenisse alla stessa conclusione.
L’emersione dell’Unione Europea come potenza civile, non aggressiva, che preferisce soluzioni non militari alle crisi internazionali, che non si sente attaccata né minacciata da nessuno, viene etichettata nei termini di una "Venere" europea contrapposta a un "Marte" americano. E si invitano gli europei a raddoppiare la loro spesa militare per potersi misurare con i cataclismi incombenti. E che non si materializzano mai.
Il recupero della Russia dopo 10 anni di capitalismo mafioso, e il suo rientro nella scena internazionale con un programma di tranquilla cooperazione multilaterale e´ stato accolto dai signori del grande inganno come una nuova minaccia posta da un regime tirannico al sistema internazionale.
Posti di fronte al declino del terrorismo internazionale, si rispolvera l’imbroglio dello scontro di civiltà con l’Islam. E si amplifica oltre ogni limite un episodio isolato, senza antecedenti ne´ conseguenze catastrofiche, cioè l’attacco terroristico dell’11 settembre 2001, giungendo a paragonarlo a una quarta o quinta guerra mondiale.
Vari governi europei stanno cavalcando in questi anni il tema dell´emergenza criminale che sarebbe stata creata dall’immigrazione. L’
inganno qui consiste nel negare l´evidenza più palmare. La criminalità violenta declina in gran parte del pianeta, e non da oggi, ma da quasi venti anni. Non esiste, inoltre, alcuna correlazione tra aumento della criminalità e immigrazione.
A questa frode si prestano molti media occidentali, che promuovono l’isteria collettiva sui crimini commessi da stranieri. Il silenzio più totale è calato, perciò, sulle ricerche compiute nelle più prestigiose università americane, che dimostrano come l’ultima ondata migratoria abbia addirittura fatto diminuire la criminalità violenta negli USA (e forse anche in Europa).
E se a quanto detto finora aggiungiamo la quasi scomparsa delle guerre internazionali e dei genocidi, il crollo delle guerre civili e dei colpi di stato perfino in Africa, e la parallela espansione dei regimi democratici e degli strumenti della distensione e della cooperazione tra popoli, abbiamo gli elementi per comporre un quadro opposto a quello dipinto dai costruttori di paura.
Nel corso dei prossimi appuntamenti, denunceremo uno per uno gli spettri del disordine e del caos planetario che vogliono derubarci della nostra capacità di progredire, di risolvere i grandi problemi proprio nel momento in cui disponiamo di risorse immense per affrontarli. Sono stato al vertice delle Nazioni Unite, e se c’è una cosa che ho imparato dal trattare i drammi del pianeta, è che non ci sono problemi umani, creati dagli uomini, che gli uomini stessi non siano in grado di risolvere.
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