Il Quotidiano della Calabria, 25 giu. 2011
L’europarlamentare Arlacchi in prefettura a Crotone contro il pascolo selvaggio
di Giacinto Carvelli
Pino Arlacchi, eurodeputato del Pd, ha mantenuto la sua promessa di occuparsi delle “vacche sacre” che da anni stanno devastando il territorio di Cotronei, paese presilano in provincia di Crotone. Ieri Arlacchi ha effettuato un sopralluogo nelle campagne di Cotronei, dove doveva partecipare ad un apposito consiglio comunale, promosso dal sindaco Nicola Belcastro in aperta campagna, in località Riviori, una delle zone più colpite dal pascolo selvaggio; impegni istituzionali non gli hanno consentito di farlo e la visita è slittata a ieri. Nella mattinata di ieri, poi, Arlacchi si è recato dal prefetto di Crotone, Vincenzo Panico, per affrontare la questione.
“Qualcosa si sta smuovendo, e dopo tanti anni finalmente si vede uno spiraglio su questo problema che vede calpestati i diritti di molti cittadini”. Arlacchi ha annunciato che, per gli autori dei danneggiamenti, due nuclei familiari, sono in arrivo una serie di provvedimenti sanzionatori di ogni genere. “Sono state riscontrate – ha detto Arlacchi – delle violazioni alle leggi per percepire i fondi comunitari da parte di questi soggetti ed è stato subito attivato l’Olaf, l’organismo comunitario che si occupa di frodi”. Così come confermato da una nota emanata sempre ieri dalla prefettura di Crotone, è stato poi annunciato il rafforzamento dei controlli da parte delle forze dell’ordine. “Devo sottolineare – ha detto ancora Arlacchi – alle autorità regionali il fatto che il dipartimento all’Agricoltura finora non si sia mosso nonostante le molte segnalazioni ricevute”. Così come ha lamentato, lo stesso Arlacchi, la lentezza con cui anche le forze dell’ordine si sono mosse. “Lo Stato c’è – ha detto l’europarlamentare – ma ogni tanto ha bisogno di una mossa per muoversi”.
Arlacchi, poi, ha sottolineato “il comportamento esemplare della cittadinanza di Cotronei, improntato alla civiltà. Non hanno preferito prendere delle scorciatoie né si sono fatti giustizia da soli come invece hanno fatto in altre realtà, ma si sono sempre affidati agli organi dello Stato e atteso, anche se tanto tempo, che loro rispondessero a queste sollecitazioni”.
Infine, Arlacchi ha sottolineato che “anche se dietro non c’è la mafia, ma piccoli delinquenti, il fenomeno è altrettanto grave, visto che incide sui diritti di buona parte della popolazione che si vede danneggiati i suoi terreni. Per i proprietari delle mandrie allo stato brado, che tanta devastazione hanno provocato, saranno revocati i fondi percepiti dall’Europa, dei quali si chiederà la restituzione e dovranno rispondere anche di altre pesanti accuse”. Il tempo delle “vacche sacre”, in quanto intoccabili, a Cotronei sembra essere finito.