10 set. 2013
La lettera pubblicata dal Quotidiano della Calabria
Gentile Presidente,
ho tentato più volte di parlarLe nelle ultime settimane a proposito della situazione della società “Progetto Magna Graecia” di cui sono Presidente dalla fine del 2011, ma senza esito. Ho più volte interloquito con l’assessore Caligiuri e con il suo staff, ma Caligiuri mi ha regolarmente rimandatoa Lei, sostenendo di non avere alcuna autorità per trattare il tema e prendere le decisioni conseguenti.
Mi sono trovato così senza un interlocutore in grado di assumersi le dovute responsabilità a proposito di un progetto di valorizzazione della più importante risorsa della Calabria. Progetto che tante speranze aveva suscitato e si trova adesso avviato verso il quasi certo fallimento.
Mi sono imbarcato in questa impresa nel 2009, appena eletto al Parlamento Europeo, quando era ancora in carica la precedente amministrazione regionale. Ho cominciato promuovendo un’associazione di comuni intenzionati a riempire il vuoto di iniziativa del governo Loiero nel campo della valorizzazione dei beni archeologici calabresi, e che chiedeva alla Regione solo un sostegno esterno di finanziamento. Fu all’inizio una piacevole sorpresa constatare come il nuovo assessore alla cultura e Lei stesso dimostrassero tanto interesse per il nostro progetto da “rilanciare”su di esso fino a proporre di dare vita ad una vera e propria società mista regione-comuni in grado di mettere a frutto non solo quello magnogreco ma l’intero patrimonio culturale della Calabria.
“Progetto Magna Graecia” è nata perciò con un profilo di trasparenza e di buongoverno che intendeva voltare pagina rispetto
alle squallide esperienze delle società partecipate dalla Regione Calabria. Generata da una legge ad hoc approvata all’unanimità, con Presidente ed amministratori senza compensi e di estrazione bipartisan, con uncomitato scientifico di alto profilo e un’agenda proiettata verso l’internazionalizzazione delle attività,a partire dall’iter per il riconoscimento della Magna Graecia calabra come Patrimonio dell’ umanità con il sigillo UNESCO, la società sembrava venuta al mondo sotto una buona stella.
Fin dal nostro primo incontro - come Lei ben ricorderà - abbiamo convenuto che, via via che credibilità ed operatività del Progetto Magna Graecia si fossero consolidate, sarebbero affluite nel suo bilancio risorse aggiuntive ben superiori ai fondi di dotazione iniziali. L’idea era quella di conquistare, anche grazie al mio impegno a Bruxelles, l’accesso privilegiato ai grandi progetti europei superiori ai 50milioni di euro. La storia successiva ha dimostrato che si trattava di una falsa partenza. Smorzatisi l’ entusiasmo e l’effetto-annuncio dei primi tempi, la vicenda della società è consistita in una catena di delusioni, ridimensionamenti, ritardi e disinteresse finale da parte Sua e dell’assessore Caligiuri che hanno portato alla situazione attuale: Magna Graecia è ancora priva di fondi di dotazione, senza prospettive di operatività e con tutti i suoi stakeholders demoralizzati e scontenti. Le sue uniche due iniziative di rilievo, la mostra “alle radici dell’Europa. Progetto Magna Graecia” tenutasi nel Parlamento Europeo nel novembre 2012 e l’inizio del complesso iter per il riconoscimento Unesco sono abortite per assenza di fondi. La Mostra non si è trasformata in un entità itinerante nonostante il suo successo e le numerose e prestigiose richieste di ospitalità, ed i contatti con l’UNESCO di Parigi si sono interrotti.
Sono perciò spiacente di doverLe comunicare che sono stato costretto a convocare per il prossimo 30 settembre un’assemblea
straordinaria dei soci con all’ordine del giorno lo scioglimento e la liquidazione della società. Le mie dimissioni saranno l’ ovvia conseguenza di questa determinazione.
In fede
Pino Arlacchi