«È inaccettabile il ritardo con cui si sta affrontando la problematica della viabilità in alcune aree del Cilento, ed è per questo che mi unisco all’appello del Partito Democratico di Vallo della Lucania affinché tutti i soggetti politici, dal Governo alle istituzioni locali, condividano un piano di emergenza per il territorio e per gli abitanti cilentani». Lo dichiara in una nota l’eurodeputato Pd, Pino Arlacchi, in seguito a una visita in alcuni comuni della zona. «L’inestimabile patrimonio paesaggistico custodito nel Cilento e nel Vallo Di Diano – prosegue Arlacchi - meriterebbe piani straordinari di salvaguardia e valorizzazione, e invece sono mesi che la popolazione subisce disagi a causa delle strade chiuse e dei collegamenti interrotti da frane e smottamenti, con la conseguente grave ricaduta sul settore turistico ed economico». «Per la seconda estate consecutiva si rischia così di ferire la bellezza e le potenzialità economiche di una delle aree più suggestive d’Europa e di migliaia di operatori, di imprese e di famiglie, mortificate non soltanto dall’assenza dell’ordinaria manutenzione, ma anche di un serio piano di interventi contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza delle infrastrutture», conclude l’eurodeputato.
Gioia Tauro – Il 7 aprile la direzione nazionale del Pd deciderà le liste per le elezioni europee. Il capolista sarà l’attuale sindaco di Bari Michele Emiliano. Al secondo posto l’eurodeputato calabrese Pino Arlacchi ed a seguire altri nomi tra i quali Mario Pirillo e forse anche Massimo Canale. Nei giorni scorsi alcuni deputati tra cui Magorno, Censore e Capozzolo ma anche decine di consiglieri regionali calabresi, campani, pugliesi e lucani e circa un centinaio tra consiglieri provinciali e sindaci, avevano inviato a Renzi una lettera sostenendo la candidatura di Arlacchi capolista. Il rischio di uno scontro tutto interno è stato però superato tra gli stessi Arlacchi ed Emiliano. «Arlacchi - si legge nella missiva inviata a Renzi - si è dedicato a rappresentare bisogni e problemi dei nostri territori presso il Parlamento e la Commissione europea e risulta al primo posto nella classifica del rendimento parlamentare tra i deputati europei del Pd.
(ANSA) - Catanzaro, 31 mar. 2014 - ''Esprimo la mia solidarietà ai giornalisti dell'Ora della Calabria e mi unisco all'appello del comitato di redazione del quotidiano affinché le migliori forze imprenditoriali calabresi si uniscano per sostenere e rilanciare il futuro del giornale''. Lo dichiara, in una nota, l'europarlamentare del Partito Democratico Pino Arlacchi. ''In questi anni - aggiunge Arlacchi - l'Ora della Calabria ha contribuito, insieme a tutte le realtà giornalistiche calabresi, ad arricchire l'identità culturale della regione. La sua chiusura, oltre a rappresentare un'altra sconfitta in termini occupazionali, si tradurrebbe in un impoverimento civile ed economico per il nostro territorio''.
di Cristina Giuliano
Mosca, 25 mar. 2014 (TMNews) - "Il governo italiano si sta muovendo bene sulla crisi ucraina: come quello tedesco si sta sempre più dissociando dalla linea avventurista estremista del resto dell'Unione Europea". Lo afferma in un'intervista a TMNews Pino Arlacchi, eurodeputato del Pd, voce autorevole a livello mondiale in tema di sicurezza umana, studio della criminalità organizzata, già presidente onorario della Fondazione Falcone. Arlacchi, a Mosca per una breve visita, dedicata a un'importante riunione con le autorità antidroga russe, esprime preoccupazione ma anche ottimismo su prospettive di risoluzione della crisi in Ucraina. E la speranza che "questa presa di distanza (del governo italiano) si trasformi in un vero e proprio dissenso e nella voce prevalente dell'Ue, che sta facendo qualcosa di fondamentalmente contrario, non solo ai propri interessi, ma anche alla sua asserita vocazione pacifica.
GIOIA TAURO - Il commissario Europeo per i trasporti, l’estone Siim Kallas ha risposto all’interrogazione che qualche mese fa l’eurodeputato calabrese Pino Arlacchi insieme ad altri undici colleghi di vari gruppi politici aveva inviato al presidente della Ue Barroso con l’obiettivo di fare luce sulla posizione dell’Europa circa l’istituzione delle Zes nei paesi comunitari.
«La Commissione – chiese Arlacchi - sta esaminando l'esperienza acquisita con l'uso delle Zes, e
intende promuovere le Zes come strumento, fornendo consulenza agli Stati membri su come istituirle sui loro territori? Quali misure concrete intende la Commissione adottare al fine di porre fine alla marginalizzazione relativa al trasbordo?».
La risposta ad Arlacchi è arrivata due giorni fa a firma di Kallas e chiarisce che per la Ue: «Gli Stati membri sono liberi di istituire e modificare zone economiche speciali. In funzione dell'obiettivo che intendono conseguire nelle Zes, gli Stati membri – scrive Kallas ad Arlacchi - devono conformarsi, però, alle condizioni previste dai differenti strumenti in materia di aiuti di Stato (orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale, disciplina in materia di aiuti di
Stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione, disciplina degli aiuti di Stato per la tutela dell'ambiente, ecc.). Gli Stati membri che intendono istituire Zes per promuovere lo sviluppo regionale devono accertarsi – questo l’aspetto che preoccupa - che tali zone siano all'interno
delle regioni assistite della carta degli aiuti regionali e che eventuali incentivi fiscali o altre
agevolazioni concessi all'interno della Zes siano conformi alle disposizioni in materia di aiuti di
Stato a finalità regionale del regolamento generale di esenzione per categoria o degli orientamenti sugli aiuti di Stato a finalità regionale».
Abituato al silenzio o all’incoraggiamento da parte delle istituzioni europee nei confronti delle azioni dei “bravi ragazzi” di Kiev, ero ormai convinto di non trovare voci istituzionali di dissenso verso la politica ucraina, dettata dalle “buone intenzioni” americane.
Mi sono però dovuto ricredere conoscendo Pino Arlacchi, europarlamentare del Partito Democratico ed ex Vicesegretario delle Nazioni Unite.
- Come giudica la presa di posizione dell’UE nelle vicende ucraine?
- Credo che l’Unione Europea abbia commesso un grande errore, sta operando contro i suoi stessi interessi, per conto degli americani. E’ un gioco pericoloso che consiste nel creare un antagonismo con la Russia, di cui non ha bisogno nessuno ed in primo luogo l’Unione Europea stessa. Spero che questo sbandamento dell’UE venga riassorbito con la nuova Commissione e con il nuovo Parlamento.
Pino Arlacchi: "[...] Non c’è alcuna incompatibilità di interessi strategici né di altra natura tra noi e la Russia dopo la caduta del comunismo. La strada che l'Unione Europea dovrebbe intraprendere è quella della ripresa del dialogo e della cooperazione con la Russia. [...]"
Pino Arlacchi: "[...] Ho criticato aspramente la decisione europea e del Consiglio di stanziare 11 miliardi euro solo per un paio di anni a favore dell´Ucraina. Le casse dell´Unione non dispongono neppure di una minima parte dei 2 miliardi di regalo contenuti nel pacchetto. Non esiste inoltre alcuna seria garanzia di restituzione da parte di un Paese corrotto e sull'orlo della bancarotta. Non è stato chiesto infatti al governo ucraino alcun impegno preliminare sulla madre di tutte le riforme, e cioè la lotta contro la corruzione, e non si sono esplorate in anticipo le possibilità alternative di aiuto finanziario, quali la confisca dei fondi imboscati nelle banche europee dagli oligarchi ucraini. La notizia di questa sconsiderata esposizione finanziaria verso l´Ucraina suona come un insulto verso i paesi membri dell´Unione che si trovano in difficoltà economiche. Ricordiamo la Grecia, in particolare, che è stata quasi massacrata dalla inflessibilità della Troika circa le garanzie di restituzione di prestiti di importo anche più contenuto di quelli promessi all'Ucraina[...]" .
Spetia: Come legge questa situazione dall’osservatorio del Parlamento europeo? Ritiene che l’Unione europea sia stata un po’ debole nell’imporre le sanzioni alla Russia?
Arlacchi: "No, non la vedo come una debolezza, la vedo come una posizione di ragionevolezza suggerita da Paesi come la Germania e l’Italia, che in questo caso si muovono abbastanza in sintonia nel non drammatizzare né esasperare questa crisi, nel capire anche le ragioni della Russia che non è il nostro nemico. Non c’è alcuna incompatibilità di interessi strategici né di altra natura tra noi e la Russia dopo la caduta del comunismo. Non è un nemico e quindi crearci gratuitamente un nemico senza che ce ne siano ragioni fondamentali non mi sembra una cosa molto sensata. Credo che per l’Unione europea questa posizione stia gradualmente prendendo corpo e spero che si rafforzi sempre di più".
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Non sono una persona complicata. La mia vita pubblica ruota intorno a due cose: il tentativo di capire ciò che mi circonda, da sociologo, e il tentativo di costruire un mondo più decente, da intellettuale e militante politico.
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