Reggio Calabria, 7 lug. 2013 (Adnkronos) - Intervista di Annalia Incoronato
Se i fondi europei a disposizione della Calabria venissero spesi tutti bene, ''si potrebbero creare quattrocentomila posti di lavoro e la regione ridurrebbe di due terzi il numero di disoccupati''. Ne e' convinto Pino Arlacchi, europarlamentare del Pd che ha avanzato di recente una proposta al fine di utilizzare meglio le risorse europee, ovvero fare gestire i fondi direttamente ai Comuni. ''Le regioni continuerebbero a occuparsi dei grandi progetti, ma quelli piu' piccoli potrebbero essere gestiti direttamente dai Comuni'', spiega all'Adnkronos. La Calabria, insieme alla Campania e alla Sicilia ''e' tra le regioni che non spendono bene i fondi'', lamenta Arlacchi. ''Oggi la Calabria - prosegue - e' una regione povera. Non poverissima perche' sono entrati in Europa paesi come la Romania che stanno peggio ma certamente e' la piu' povera dei paesi ricchi''. Per questo dovrebbe spendere meglio le risorse europee. La causa di tale inefficienza, secondo il parlamentare europeo, e' la burocrazia. ''Gli uffici di progettazione e pianificazione, la spesa dei fondi sono organizzati male, indifferenti alle esigenze del territorio''.
La prima vittima dei fondi europei non spesi bene e' il territorio. ''L'indecisione dei funzionari e l'impreparazione professionale che spesso si riscontra - commenta l'eurodeputato Pino Arlacchi - provoca un grosso danno alla popolazione. Se invece del 20 per cento dei fondi, si spendesse l'80 per cento i benefici si tradurrebbero in termini di occupazione''. Le regioni della Puglia e la Basilicata sono piu' virtuose, ''spendono meglio nella media italiana anche se i livelli sono sempre inferiori rispetto alla media europea'', afferma Arlacchi. Ad avvalorare la sua tesi che le regioni frenano la spesa, ricorda che ''paesi come la Polonia o i Paesi baltici spendono tutto perche' non hanno le regioni. E poi hanno progetti, capacita' tecnica, know how. La Polonia e' uno dei pochi paesi a non trovarsi in crisi e ad avere un'elevata occupazione''. Arlacchi precisa un altro aspetto su questo tema. ''Non dimentichiamo - prosegue - che i fondi europei in realta' non sono un regalo dell'Europa perche' ogni Paese versa l'uno per cento del proprio Pil, anche l'Italia. Da Bruxelle vengono distribuiti anche soldi italiani, quindi se non li usiamo bene noi perdiamo i nostri soldi e vengono spesi bene in altri paesi come la Francia o la Spagna''.
L'europarlamentare Pino Arlacchi e' un sostenitore del porto di Gioia Tauro, ''che non e' il porto delle mafie - sottolinea subito - perche' li' vengono intercettati carichi illegali in misura superiore rispetto agli altri porti europei'', tuttavia l'infrastruttura non decolla perche' ''c'e' un difetto di competitivita' del porto e l'assenza del retro porto''. Di recente si e' levato un coro di protesta nei confronti di Rfi per il disimpegno negli investimenti in Calabria. ''Io sono sempre stato un oppositore convinto della dissennata politica ferroviaria di Moretti. Ma questo -dice Arlacchi- non diventi un alibi. In questi anni non e' stata fatta una pianificazione adeguata''. Secondo l'europarlamentare ''manca una struttura di promozione del porto''. E' in corso la procedura per fare diventare Gioia Tauro una zona economica speciale. ''E' un discorso molto complesso. Siamo impegnati per portare avanti la procedura ma sara' molto dura'', ammette Arlacchi.
CALABRIA: ARLACCHI, FONDI EUROPEI SPESI MALE, SI DIA GESTIONE AI COMUNI (4) IMPRENDITORE DE MASI INVITATO A BRUXELLES (Adnkronos) - Di recente Pino Arlacchi ha invitato a Bruxelles l'imprenditore reggino Nino De Masi, che ha denunciato le minacce subite e ingaggiato una battaglia con le banche per i tassi usurari. Nelle scorse settimane e' stato protagonista di una protesta eclatante annunciando che aspetta da troppi mesi il mutuo agevolato riservato alle vittima del racket e dell'usura e che a causa del ritardo della burocrazia sara' costretto a licenziare i dipendenti e chiudere le sue aziende per ''crimini di Stato''. De Masi ''e' l'unico imprenditore -dice Arlacchi- ad avere ottenuto una sentenza della Cassazione contro le banche. La sua attivita' imprenditoriale dovrebbe essere portata come esempio perche' non e' scappato dalla Calabria ma e' rimasto li' a lavorare''. Contro le condizioni poco agevolate degli istituti di credito, Arlacchi sostiene che ''sarebbe auspicabile un'attivita' congiunta tra le forze politiche ed economiche'', tuttavia ci crede ben poco perche' ''la classe dirigente e' inadeguata e spesso non vede o fa finta di non vedere, e questo crea disastri''. (Ink/Col/Adnkronos) 07-LUG-13 18:16 NNNN