Arlacchi e il futuro dello Scalo portuale
Il Quotidiano della Calabria, 1 feb. 2014
di Michele Albanese
Gioia Tauro – “Miopia politica ma anche tanta pericolosa confusione sul porto di Gioia Tauro”. L’eurodeputato del Pd Pino Arlacchi, gioiese e grande esperto di sicurezza, nonché promotore di ben due edizioni degli “Stati generali del Porto” dice di essere rimasto di stucco quando ha saputo della proposta arrivata da 15 suoi colleghi del centrodestra italiano che hanno chiesto al Presidente del Consiglio Enrico Letta di portare la Costa Concordia a Gioia Tauro per effettuare le operazioni di smantellamento.Una proposta che era arrivata nell’ambito del dibattito sulla scelta del porto calabrese come base per effettuare le operazioni di trasbordo dell’arsenale siriano.
Onorevole Arlacchi perché definisce miope la proposta dei suoi colleghi?
«Guardi fare una proposta del genere significa non conoscere affatto il porto di Gioia Tauro e non solo sul piano
strutturale ma anche le procedure più semplici del disarmo marittimo. Gioia è un porto di transhipment puro e non
ha cantieri navali. Attualmente le banchine sono attrezzate solo ed esclusivamente per effettuare le operazioni
di trasbordo di container o di auto. Non esiste nessun bacino d icarenaggio né strutture adatte per smantellare una nave come la Concordia. Questo è il punto. Né si può immaginare di poter realizzare in un arco di tempo breve ciò che serve per effettuare quella operazione. Voglio ricordare che è in corso di definizione il Piano regolatore generale del Porto e che, quindi, nessun intervento non previsto dal Prg portuale, potrà essere effettuato sul piano infrastrutturale. Disconoscere questi elementi di base significa non capire nulla di Gioia Tauro. E’ ciò è gravissimo sul piano politico e delle competenze. Rischiamo di fare una figuraccia davanti all’Europa. Mi spiace anche che la giunta regionale calabrese abbia prodotto un documento che sostiene questa ipotesi strampalata. Spiace perché, mentre i 15 europarlamentari possono non conoscere il porto, lo stesso non si può dire di Scopelliti».
Ma la stessa proposta l’aveva fatta anche il sindaco di Gioia Tauro?
«Ho visto. Anche se penso che quella di Bellofiore fosse solo una provocazione, Tant’è che poi non l’ha più reiterata».
Lei parla anche di “pericolosa confusione” sul porto.Ci puòspiegare perché si è espresso in questo modo?
«Le aggiungo pure che sono preoccupatissimo. Oggi l’unica nota lieta è che si ritorna a parlare di Gioia Tauro nel mondo. Forse come mai nella sua storia. Per il resto la confusione regna sovrana. Le faccio qualche esempio in ordine di importanza che dovrebbe costituire tema di impegno politico: la proposta del Ministro Lupi di rivedere il numero delle Port Authority nel paese che potrebbe portare all’accorpamento con Napoli di Gioia Tauro e non tiene conto degli scali di transhipment del paese; la partita dello sviluppo del retro porto e della Zes per la quale ho presentato insieme ad altri
11 colleghi un’interrogazione alla presidenza della Ue, il potenziamento dell’intermodalità e del gate way ferroviario; il ruolo di Rfi nel mezzogiorno, in Calabria e a Gioia Tauro ed infine la vicenda del rinnovo della presidenza dell’Autorità Portuale che sta diventando un una sorta di mercimonio tutto calabrese e di interessi di piccolo cabotaggio. A tutto questo si aggiungono i nuovi scenari legati agli equilibri mondiali dello shipping . La P3, la joint venture tra Maersk, Msc e
Cma Cgm, che se approvata dalle varie autority europee, potrebbe ridisegnare il ruolo di Gioia. Ma come si può, di fronte a temi di questa portata partorire proposte assurde come quella della Concordia?»
Lei accennava al rinnovo dei vertici della Port Autority gioiese.
«E le sembra una cosa di poco conto, questo appuntamento, tenendo presente i temi che le detto prima? Sto leggendo le indiscrezioni che anche voi del Quotidiano della Calabria avete pubblicato e a dir la verità mi sono apparse surreali. Il futuro del porto di Gioia Tauro non può essere affidato a mani inesperte, soprattutto in questo particolare momento
nel quale è in corso la programmazione di una prospettiva di futuro per altri 10 -15 anni. Invece, vedo che l’approccio calabrese su questa vicenda viene affrontato come se si dovesse scegliere il presidente di una piccola ed insignificante azienda pubblica, tra compari e comparaggi. Spero, mi auguro, che coloro che hanno la responsabilità di individuare le terne di esperti da presentare al Ministro dei Trasporti, non si facciamo condizionare da piccole beghe localistiche, ma sappiano guardare al ruolo mondiale che il porto riveste».
Senta, la vicenda della scelta del porto gioiese come base per effettuare il trasbordo delle sostanze chimiche sta suscitando un vespaio di polemiche. Lei che ne pensa? «Penso che sia stata gestita malissimo sia dal Governo ed in particolare dai Ministri Lupi e Bonino che da Scopelliti. I primi hanno dimenticato stranamente di informare il territorio
su quello che si andava a decidere, mentre il secondo non può prima incitare alla “guerra civile” e poi dimenticarsi delle parole che dice. Anche su questa vicenda vedo molto allarmismo. Penso che a Gioia Tauro ci siano tutte condizioni per effettuare l’operazione, che ricordo viene gestita direttamente dall’Opac nella massima sicurezza».