Roma, 11 dic. 2014
di Pino Arlacchi
Il rapporto del Senato americano sulle torture della CIA non mi ha sconvolto più di tanto. È stata solo una conferma di quanto era noto da tempo circa la barbarie di questa polizia imperiale.
Mi ha sorpreso invece la posizione del Governo USA che ha dichiarato per bocca di Obama e del ministro della Giustizia la sua intenzione di non perseguire i responsabili di atti che equivalgono a un vero e proprio terrorismo di Stato. Obama è un giurista, e non puó ignorare perciò il fatto che gli Stati firmatari della Convenzione contro la tortura hanno l'obbligo di perseguire questo reato gravissimo praticamente in ogni luogo della terra, visto che l'hanno sottoscritta in 122.
Cosa succede, allora, se la giustizia civile o militare americana non fa nulla e lascia impuniti i depravati torturatori e i politici che li hanno autorizzati e coperti?
Succede che scatta la clausola di complementarietà prevista per l'entrata in campo della Corte penale internazionale che si sostituisce al Governo che non vuole intervenire e compie lei gli arresti e celebra I processi. E a niente vale in questo caso l'assenza degli USA dal trattato istitutivo della Corte stessa. Basta che i crimini siano Stati commessi nel territorio di uno degli Stati contraenti, quali l'Afghanistan, la Polonia e altri.
Ho semplificato una materia complicata, ma i termini della questione sono questi.
Se teniamo alla giustizia globale, battiamoci per attuarla.