Roma, 30 dic. 2014
di Pino Arlacchi
Se fossi greco voterei Tsipras, ed auspico che la proposta di questo partito sulle istituzioni europee si diffonda anche in Italia. Chi mi ha seguito durante la campagna x le europee sa che il suo fulcro è stato la critica di questa UE governata da tecnocrati freddi e privi di visione, troppo vicini ai poteri più forti in campo sia interno che internazionale, e troppo lontani dai bisogni e dalle aspirazioni dei cittadini.
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Roma, 27 dic. 2014
di Pino Arlacchi
Ali Agca in piazza San Pietro mi fa tornare in mente l'esperienza che ho fatto come consulente informale di Severino Santiapichi, Presidente del processo sull'attentato al Papa.
Fu un processo assolutamente fuori del comune. Esso fini'col dimostrare, passo passo, udienza dopo udienza, come la tesi principale dell'accusa, e della immensa grancassa mediatico-politica che la sosteneva, fosse sbagliata e fuorviante.
La celebre "pista bulgara" e l'URSS come mandante del più clamoroso atto terroristico pre-11 settembre, si sgretolo' e fu sostituita, durante il processo, da quella 'islamica'. Gli autori si rivelarono essere stati i membri del movimento dei Lupi grigi turchi con il loro folle progetto di creare una grande Turchia islamizzata e antagonista dell'Occidente cristiano.
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Roma, 18 dic. 2014
di Pino Arlacchi
L’ orizzonte di quasi tutti i resoconti e i commenti occidentali sull’ ultima strage talebana non supera quello dell’ ufficio stampa della Casa Bianca o della retorica ufficiale dei governi: una nuvola di parole usurate e di circostanza. Emozioni tanto intense quanto brevi: indignazione, condanna. Poi si volta pagina e si passa ad altro.
Quasi nessuno cerca di capire davvero, di approfondire il cosiddetto “contesto” dei fatti più ampi, delle storie più lunghe entro cui collocare l’ evento abnorme che si ha di fronte.
L’ atrocità talebana resta così senza risposta. Un’ eruzione di male allo stato puro, incomprensibile, e perciò senza motivazioni su cui valga la pena di attardarsi.
Quest’ ultima brutalità ha invece una spiegazione razionale. E’ un atto pianificato ed eseguito con cura, come d’altra parte ogni episodio del grande male. Le follie criminali – ci insegnano le riflessioni più avanzate in materia di genocidi, massacri e mega-delinquenza – sono al servizio di progetti politici di dominio e di sopraffazione. Che possono apparire come deliri ( e in ultima analisi lo sono)ma liquidarli come semplici esplosioni di irrazionalità, odio e distruttività può essere molto pericoloso.
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Roma, 15 dic. 2014
di Pino Arlacchi
Dal suo inizio 13 anni fa,secondo il Financial Times di oggi, la guerra in Afghanistan è costata quasi 1.000 miliardi di dollari. Tutti soldi presi in prestito, sui quali sono stati già pagati 260 miliardi di dollari di interessi.
Della mostruosa cifra totale, circa un decimo, cioè 100 miliardi di dollari, sono serviti per la cosiddetta "ricostruzione" dell' Afghanistan. Per avere un' idea delle grandezze in gioco, basta considerare che il Piano Marshall - il programma straordinario di aiuti USA con il quale si è ricostruita l' Europa dopo la seconda guerra mondiale - ha comportato l' esborso di una cifra inferiore.
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La Mafia Imprenditrice. Dalla Calabria al centro dell'Inferno
di Pino Arlacchi
Nuova edizione. Il Saggiatore, Milano (2007)
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Algeri, 13 dic. 2014
di Pino Arlacchi
Sono ad Algeri, ospite d'onore del Congresso annuale del Fronte Polisario. Mi batto per la causa del Polisario da un paio di decenni, come un estensione internazionale del mio impegno di una vita per la giustizia e la legalità.
Il Polisario è il movimento di liberazione del popolo Sarawi del Sahara Occidentale, invaso dal Marocco 40 anni fa, dopo una sentenza della Corte europea di giustizia che si pronunciava a favore dell'autodeterminazione dei Sarawi.
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Roma, 11 dic. 2014
di Pino Arlacchi
Il rapporto del Senato americano sulle torture della CIA non mi ha sconvolto più di tanto. È stata solo una conferma di quanto era noto da tempo circa la barbarie di questa polizia imperiale.
Mi ha sorpreso invece la posizione del Governo USA che ha dichiarato per bocca di Obama e del ministro della Giustizia la sua intenzione di non perseguire i responsabili di atti che equivalgono a un vero e proprio terrorismo di Stato. Obama è un giurista, e non puó ignorare perciò il fatto che gli Stati firmatari della Convenzione contro la tortura hanno l'obbligo di perseguire questo reato gravissimo praticamente in ogni luogo della terra, visto che l'hanno sottoscritta in 122.
Cosa succede, allora, se la giustizia civile o militare americana non fa nulla e lascia impuniti i depravati torturatori e i politici che li hanno autorizzati e coperti?
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«Obbligo per magistrati italiani di arrestare politici USA e agenti CIA responsabili di torture che visitano l’Italia»
Roma, 11 dicembre 2014
di Pino Arlacchi
«Se fossi nei panni dei Direttori e degli agenti CIA, nonché dei politici che li hanno autorizzati e coperti nell’esecuzione delle torture rivelate dal rapporto del Senato USA, starei molto attento a non mettere piede in Europa, Italia inclusa». Lo dichiara in una nota Pino Arlacchi, ex vicesegretario generale dell’ONU ed esperto di sicurezza internazionale.
«Gli Stati che hanno la giurisdizione universale, e che hanno firmato la Convenzione contro la tortura (sono 122) – prosegue Arlacchi – hanno l’obbligo di arrestare e processare gli individui implicati nel rapporto senatoriale».
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Roma, 1 dic. 2014
di Pino Arlacchi
Matteo Renzi sembra essere l'unico leader europeo ad avere capito che l'UE non va da nessuna parte se prosegue sulla scia del minimalismo burocratico degli ultimi decenni. Il progetto europeo si è gradualmente degradato, riducendosi a un impotente e irresoluto "partenariato", per usare un orrendo termine bruxellese.
Di fronte alle sfide della globalita' contemporanea - l'ascesa della Cina e dei BRICS, il declino degli USA, la crisi dell'economia occidentale iniziata 6 anni fa e in pieno svolgimento - l'Unione europea non ha saputo reagire se non con balbettii, chiusure alle novita' ed accodamento alle politiche americane.
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Roma, 26 nov. 2014
di Pino Arlacchi
Ci voleva Papa Francesco perché nel Parlamento europeo risuonasse finalmente un discorso sferzante, profondo e senza riguardi per nessuno sui mali del pianeta e sui modi per combatterli. Il linguaggio di Francesco non è stato quello di un semplice capo religioso, attento a restare entro il recinto delle cose di fede, ma quello di un ideale Presidente del mondo che non teme di parlare a nome della coscienza universale a proposito di immigrazione, guerre, massacri, terrorismo, mercato e perfino di Europa ed europeismo.
L'audacia di molte delle sue parole mi ha lasciato senza fiato: non ho mai ascoltato un'autorità pubblica che abbia osato anche soltanto nominare il terrorismo di Stato come matrice dell' ISIS e dei massacri mediorientali.
O che abbia denunciato con tanta forza il degrado del progetto europeo, la forza distruttiva del mercato, e lo strapotere di una superpotenza che si arroga il diritto di farsi giustizia da sola in ogni angolo della terra.
Non è un Papa comunista. Francesco va molto aldilà e al di sopra delle ideologie storiche. È' il primo Presidente mondiale della storia.
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