24 gennaio 2013
Nel dicembre del 2012, la Commissione europea ha lanciato un programma da 2,8 milioni di EUR per sostenere il rispetto dei diritti umani in Marocco. Il programma può essere considerato una ricompensa per le riforme intraprese dal governo marocchino nel corso degli ultimi due anni. La nuova Costituzione del Marocco stabilisce infatti diversi principi che garantiscono il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali attraverso l'istituzionalizzazione dell'attività di svariati organi in questo campo. Tuttavia, molti contestatori iniziano a domandarsi se le affermazioni del governo marocchino sul tema della democrazia riflettano qualcosa di più di semplici modifiche di facciata. Il Marocco resta un paese impoverito a causa della concentrazione anomala di ricchezza nelle mani del re e del suo entourage. Sembra inoltre che il governo stia silenziosamente reprimendo l'attivismo politico. Nell'ottobre del 2012, le Nazioni Unite hanno riferito di un recente aumento dei casi di tortura denunciati in Marocco. Circa 70 dimostranti collegati con il movimento a favore della democrazia «20 febbraio» sono tuttora in prigione. A maggio un famoso rapper è stato condannato a un anno di detenzione per una canzone sulla corruzione della polizia, mentre a settembre, in occasione di un'udienza, sei attivisti politici hanno testimoniato di aver subito abusi fisici e sessuali dopo essere stati arrestati per aver protestato nel mese di luglio.
Può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:
1. | È il Vicepresidente/Alto Rappresentante a conoscenza dei fatti suesposti? |
2. | Intende il SEAE analizzare l'effettivo impatto delle riforme che il governo marocchino afferma di aver messo in atto? |
E-000704/2013
Interrogazione con richiesta di risposta scritta
alla Commissione (Vicepresidente/Alto Rappresentante)
Articolo 117 del regolamento
Pino Arlacchi (S&D)
[source:www.europarl.europa.eu]