Grazie a voi, care elettrici ed elettori, rientro nella vita pubblica italiana dopo 12 anni di università e di impegno internazionale, e dopo aver pubblicato la mia opera fondamentale sugli inganni della sicurezza globale. Sono pronto per la nuova sfida. Il vostro sostegno mi fa sentire più attrezzato di una volta, quando mi lanciavo nei progetti più audaci senza pormi troppe domande. Mi sento più forte perché il vostro consenso è stato molto vasto e profondo. Ho ricevuto oltre 20.000 attestazioni di stima, che onorerò operando nel Parlamento Europeo secondo ciò che abbiamo concordato durante la campagna elettorale. Mi sento forte perché non mi avete votato sull’ onda di un mio momento di successo mediatico, ma perché convinti di sostenere una storia personale che vi riguarda da vicino.
Non amo parlare di me stesso, ma negli ultimi mesi ho dovuto farlo per render più concreto e credibile il messaggio che Italia dei Valori ha lanciato in occasione delle elezioni europee. Non tutti quelli che mi hanno votato mi conoscevano già . Sono sulla breccia da quasi tre decenni perché ho iniziato molto presto ad occuparmi di grandi problemi collettivi. Ma la mia assenza dall’ Italia dopo il 1997, quando ho lasciato il Senato per andare all’ ONU, ha fatto sì che prima della campagna elettorale molti giovani non sapessero quasi nulla di me. I miei incontri con loro sono stati uno degli aspetti più gratificanti dell’ intera vicenda elettorale.
La campagna è stata un esperienza eccezionale. Mi ha riconciliato con l’ Italia, con il Sud e con la mia regione di origine, la Calabria. Ho toccato con mano una ricchezza umana che avevo perso di vista. I tre mesi che hanno preceduto le elezioni sono stati come un viaggio dentro l’ anima dell’ Italia odierna che mi ha permesso di coglierne luci, ombre ed aspetti nascosti. Mi sono convinto, infine, di una cosa. E’ in atto uno scontro tra una “società incivile” minoritaria nel Paese ma maggioritaria in Parlamento, rappresentata dal Signor. B., da una parte, ed una società civile di gran lunga più numerosa ma umiliata, demoralizzata, amareggiata dalla mancanza di una prospettiva per il futuro.
E mi sono convinto che è da qui che bisogna partire per ricostruire una visione dell’ Italia che dia voce piena alla sua società civile. Cioè alla sua risorsa più grande.
Ho tenuto decine di incontri, conversazioni e dibattiti con cittadini di ogni genere, molti dei quali tutt’ altro che convinti della validità delle mie proposte e di quelle di Italia dei Valori. Ed ho trovato una costante smentita del famoso detto di Winston Churchill che una chiacchierata di cinque minuti con l’ elettore medio è il più grande argomento contro la democrazia.
Questo aforisma va rovesciato, perlomeno in riferimento all’ Italia e al Mezzogiorno di oggi. Sono uscito molto arricchito da questa esperienza. E più ottimista sul futuro del mio paese. Grazie ancora, care elettrici e cari elettori.
Pino Arlacchi
12 Giugno 2009