Porto Gioia Tauro, Candidatura al progetto Feg per il reinserimento dei lavoratori

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Calabria Ora, 12 gen. 2012
di Francesco Russo

Mentre i destini del porto restano comunque estremamente nebulosi, il comune di Gioia Tauro cerca di metterci una pezza a livello occupazionale. L’amministrazione ha infatti redatto e avviato presso la Commissione Europea il procedimento di partecipazione al progetto Feg, che conformemente alle prescrizioni delle norme regolamentari che istituiscono il Fondo Europeo di adeguamento alla globalizzazione - ha il fine di promuovere il reinserimento occupazionale dei lavoratori del porto di Gioia Tauro per i quali è stato dichiarato lo stato di esubero e che attualmente- beneficiano degli ammortizzatori sociali. Un’iniziativa adottata dall’amministrazione comunale, come si legge in una nota stampa dell’ente, «su impulso dell’europarlamentare Pino Arlacchi- con la collaborazione del Ministero del Lavoro e la compartecipazione della Regione Calabria.

La scelta di avviare questa preziosa attività di collaborazione con l’Unione Europea - prosegue la nota- nasce dalla convinzione che questo lavoro condiviso potrà costituire un trait d’union tra Gioia Tauro, Calabria ed Europa sino ad oggi non ancora pienamente realizzato ma del quale tutta la città ha bisogno».
L’amministrazione comunale, quindi, chiama a raccolta le istituzioni e le forze sociali del territorio per partecipare alla conferenza stampa che si terrà domani alle 12 presso la sala del consiglio comunale, e che avrà lo scopo proprio di illustrare più dettagliatamente l’iniziativa. Prevista la presenza dello stesso europarlamentare Pino Arlacchi, mentre l’invito a partecipare è stato rivolto tra gli altri ai vertici della Regione, dal governatore Scopelliti agli assessori competenti, al presidente dell’autorità portuale e dell’Asireg, alle varie rappresentanze sindacali.
Quindi l’invito agli altri due sindaci dell’area del porto, Elisabetta Tripodi per il Comune di Rosarno e Domenico Madafferi per San Ferdinando, nello sforzo ancora una volta di creare un fronte comune di discussione sulle prospettive del porto e sul suo rapporto con il territorio.


 

 

 

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