«Idv autoritario» Un altro addio tra gli eurodeputati

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Corriere della Sera, 7 set.2010

di Angela Frenda

MILANO - Il giorno dopo l'autosospensione di Pino Arlacchi dal gruppo dell'Idv all'Europarlamento, tra i suoi colleghi di partito c'è soprattutto voglia di tenersi lontani dalle polemiche interne. Lo dimostra il laconico commento di Giommaria Uggias, che pur ammettendo di «aver letto l'intervista» rilasciata al Corriere della Sera, si trincera dietro un diplomaticissimo: «Ma prima di sentire Arlacchi, per rispetto, capirà, non vorrei commentare...». Il problema, però, è che quella del sociologo è la seconda defezione, in ordine di tempo, dal gruppo Idv di Strasburgo, che con lui contava 7 componenti. La prima, infatti, c'è già stata a metà luglio con Vincenzo Iovine.

L'europarlamentare di Francolise, provincia di Caserta, con una lettera aperta sul suo sito ha dato forfait. Denunciando, tra l'altro, «autoritarismo nel partito» e «mancanza di regole democratiche». Ma anche «degenerazioni» nell'Idv locale.
Argomenti che conferma oggi da Strasburgo: «Il partito in provincia di Caserta è nelle mani dell'onorevole Porfidia che è un inquisito per fatti di camorra. Finché permane questa situazione, mi terrò alla larga da personaggi del genere. Un partito non può predicare bene e razzolare male. Io a Di Pietro l'ho detto ma mi ha risposto: bisogna stare tutti insieme e volersi bene». Senza Arlacchi, dunque, ora il gruppo dell'Idv è a quota 5. Tra questi c'è Sonia Alfano, figlia di Beppe, ucciso dalla mafia per le sue inchieste scomode l'8 gennaio '93. Che con il sociologo è arrabbiata: «Ha usato un pretesto di pessima qualità: contestare Di Pietro perché ha difeso quei cittadini è incredibile. Noi siamo un punto di riferimento per queste persone». La Alfano ammette che «ci possono essere delle intemperanze nelle manifestazioni. Ma io quella gente la conosco: sono persone perbene. Le situazioni vanno contestualizzate». Esclude, però, la Alfano, che Grillo orienti l'Idv: «Non dipendiamo da lui. Dialoghiamo soltanto. E Di Pietro conosce le regole per sopravvivere in Parlamento. Quanto ad Arlacchi e alle lezioni di antimafia... Farebbe bene a tacere». In serata Antonio Di Pietro si sfoga: «Tutte scuse. Facessero come noi, i partiti, ci sarebbe una classe politica seria. Quando un partito va al fronte molti non hanno il coraggio di starci. Ma sappiano che non siamo mai stati più uniti di ora. A Iovine dico: poteva collaborare con Lorenzo Diana, parente del prete ucciso dalla camorra. Anche quello per lui è un personaggio poco pulito? Non usi scuse per motivi politici».
 

 

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