Manganelli, Arlacchi: esempio di democrazia e professionalità

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(ANSA) - Catanzaro, 20 mar. 2013 - ''Sono profondamente addolorato per la perdita di Antonio Manganelli. Con Antonio e Giovanni Falcone ho condiviso una stagione drammatica ed entusiasmante della vita''. E' quanto afferma, in una nota, Pino Arlacchi, europarlamentare e studioso della mafia.

''Antonio - prosegue Arlacchi - e' stato uno degli artefici del maxiprocesso antimafia istruito da Falcone ed ha condotto Antonino Calderone verso la collaborazione con lo Stato. Ha anche contribuito a costruire lungo gli anni '90 il regime giuridico ed istituzionale dell'antimafia italiana, che e' il piu' avanzato del mondo. La storia di Antonio Manganelli e' quella di un uomo che ha promosso e praticato i valori della democrazia e dell'eccellenza professionale in un ambiente, quello degli apparati piu' delicati dello Stato, spesso refrattario ad entrambi''.

''La sua battaglia per una polizia moderna, fatta di cittadini in uniforme e non di servi dei poteri piu' retrogradi - sostiene ancora Arlacchi - e' stata incessante. Antonio e' stato un riformatore delle istituzioni della sicurezza e un investigatore di altissimo profilo, preso a modello dai colleghi e rispettato in tutto il mondo. Senza di lui, e senza la triade Manganelli-De Gennaro-Pansa del Servizio centrale operativo della Polizia degli anni '80, non ci sarebbe stata l'antimafia di Falcone, Borsellino, Caponnetto e Chinnici. Dobbiamo percio' moltissimo ad Antonio. Con lui se ne va un silenzioso, umile, grande italiano''.

 

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