Libia: Arlacchi, "Se il Governo vuole tregua neghi basi per raid"

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(AGI) - Roma, 22 giu. - L'europarlamentare del Pd Pino Arlacchi condivide l'ipotesi di una tregua umanitaria in Libia, avanzata dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, e chiede al governo di proseguire in questa direzione negando le basi per i raid. "Chiedendo la cessazione temporanea delle ostilita' e l'apertura di un corridoio umanitario in Libia per soccorrere le vittime civili provocate anche dagli attacchi Nato, Frattini ha battuto un colpo nella giusta direzione", ha affermato Arlacchi. "Non giurerei, pero', sulla continuazione di questo corso - ha aggiunto - la cui credibilita' e' minata dal fatto di apparire come una conseguenza dei ricatti della Lega Nord sul governo. E' anche vero, pero', che la posizione aggressiva della Gran Bretagna e della Francia sulla crisi libica sta incontrando una crescente disapprovazione internazionale.

I raid Nato su Tripoli non sono legali perche' al di fuori del mandato Onu, e stanno provocando vittime innocenti senza proteggere nulla di diverso dalla cultura obsoleta dei pianificatori militari e dagli interessi dei fabbricanti di armi e di bombe". "Se il governo italiano", ha concluso Arlacchi, "vuole tentare di essere coerente, il prossimo passo deve essere la negazione dell'uso delle basi militari del Mezzogiorno per gli inutili bombardamenti Nato sulla Libia".

 

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