Arlacchi (IDV) attacca mafia e TV

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Progetto comunicativo e politico per nascondere i veri problemi.

Calabria Ora, 20 mag. 2009
di Antonella Scabellone

Non capita tutti giorni che un personaggio come Pino Arlacchi, una vita spesa a studiare e combattere il fenomeno mafioso, tra le massime autorità mondiali in tema di sicurezza umana, transiti nella Locride. Non poteva non nascerne un’incontro, seppur veloce, con il sociologo originario di Gioia Tauro, per cinque anni vice-segretario generale dell’Onu che, nel corso della sua lunga giornata in giro per la provincia reggina a promuovere la propria candidatura alle prossime europee con l’Italia dei Valori, ha fatto tappa anche a Siderno.

Arlacchi ci spiega che la sua adesione all’Italia dei Valori risale al 2004 allorquando si candidò alle europee con la lista Di Pietro-Occhetto dopo aver lasciato il Partito democratico (allora PDS) nel quale ha rivestito incarichi importanti ma con la cui linea politica a un certo punto non si è più riconosciuto “in quanto partito che non fa più opposizione e che parla di legalità e lotta alla criminalità solo a parole”. Studioso e profondo conoscitore del fenomeno mafioso, a cui ha dedicato parecchi anni della sua vita e alcuni libri, grande amico dei giudici Falcone e Borsellino, già vice presidente della Commissione parlamentare antimafia, ritiene la sua collocazione nell’Italia dei valori “la continuazione di un impegno di vita” . A tal proposito ci tiene a sottolineare che il partito di Di Pietro di cui lui è candidato nella circoscrizione meridionale non presenterà alle prossime elezioni inquisiti e politici di lungo corso, ma facce nuove,e, in particolare, persone che quotidianamente e concretamente si impegnano contro la mafia, “perché di questa gente la Calabria, che attualmente è un disastro in tutti i settori, ha bisogno”. Una delle piaghe sociali per Arlacchi è sicuramente la criminalità organizzata. Ma la mafia, dopo la relazione Forgione, sembra aver cambiato strategia. “E’ diventata meno violenta è più visibile perché ha capito che la lotta allo stato l’ha persa e che la strategia del terrorismo non funziona. E’ diventata una mafia più sofisticata, più ramificata, trasversale. I mafiosi si mascherano meglio di un tempo usando a volte il linguaggio e la retorica dell’antimafia”. C’è molto da fare, dunque, secondo Arlacchi, per fare riacquistare credibilità all’Italia a livello europeo, anche perchè il nostro paese si starebbe allontanando sempre di più dagli standard di legalità internazionali. “Basti vedere la negazione del diritto asilo agli immigrati- specifica-. Non ho mai visto- in 5 anni ai vertici dell’Onu un paese che si rifiuta rispettare trattati internazionali da lui stesso firmati”. Nel suo programma elettorale il dipietrista distingue le priorità per cui si batterà qualora venisse eletto. Tra queste si colloca innanzitutto l’approfondimento del discorso pace, che deve passare attraverso la riduzione delle spese militari e l’abolizione delle armi nucleari sostenendo la politica di Obama. Infine, una critica al sistema italiano della cattiva informazione approfondito nel suo ultimo libro “l’inganno e la paura”. “Delitti assolutamente banali, come Garlasco, Cogne, ricevono pagine e pagine di giornali ore e ore di trasmissioni - stigmatizza Arlacchi- e omicidi come quello Fortugno giusto il tempo di una fugace agenzia. C’è un progetto comunicativo e politico preciso di non parlare dei problemi reali”.

 

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