2011: Anno Kantiano. Omaggio a chi crede nello sviluppo umano

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Roma, 31 dic. 2011

(...) Concludiamo questo 2011 con un omaggio a Kant, il filosofo che più di ogni altro ha creduto nella forza della pace e nella crescita dell’emancipazione umana.

di Pino Arlacchi

Il 2011 si è concluso all’insegna di un gap che crescerà ancora l’anno prossimo e in quelli successivi. Il gap di fiducia nel futuro, di fede nel progresso umano, tra chi vive nelle parti meno prospere e fortunate del pianeta da un lato, e noi cittadini dell’Occidente ricco e progredito dall’ altro.
Ma è un gap a parti invertite. Sono “loro”, i poveri e i non più poveri, gli ex-derelitti e demoralizzati a stare questa volta dalla parte della speranza, della positività, e dell’intraprendenza coraggiosa.
Basta mettere il naso fuori dall’Europa, dagli Stati Uniti, dal Giappone, per non trovare traccia del pessimismo e dell’amarezza diffusi in ogni strato sociale come effetto dei morsi della crisi finanziaria sull’economia reale. Fuori dalla cittadella occidentale si trovano comunità vibranti, che credono in se stesse, e che si sentono proiettate in un mondo migliore. Centinaia di milioni di individui che sentono di poter finalmente costruire un futuro di benessere e di dignità per se stessi e per i propri figli.
E tutto ciò nonostante la fame, la povertà, le malattie, le guerre e le discriminazioni che continuano ad imperversare in Africa e in parti consistenti dell’Asia centrale e meridionale. Gli ultimi dati a nostra disposizione, pubblicati proprio nelle ultime settimane dell’anno, danno il senso di una svolta irreversibile, epocale, che è maturata quasi sottotraccia nel corso degli ultimi due decenni ed è venuta alla luce negli ultimi anni.
Lo sviluppo umano è in piena crescita. E da ogni lato. Sia da quello socio-economico, che da quello etico-politico.

Per chi, come chi scrive, ha tentato di analizzare queste tendenze e di anticipare i fatti che oggi sono gli occhi di tutti, si tratta di una grande soddisfazione. Ho pubblicato “L’inganno e la paura” ai primi del 2009, quando l’idea di un declino immediato e di lungo periodo della violenza, del terrore, della guerra, del bisogno di nemici e di paure colpiva come un pugno in faccia il catastrofismo dominante.
E adesso mi ritrovo a leggere i primi studi che confermano e amplificano la mia tesi, e che contribuiscono a creare una teoria della pace di cui abbiamo molto bisogno.
E mi ritrovo uno straordinario rapporto della Banca Mondiale, pubblicato proprio sotto Natale, che dimostra come la maggior parte dei traguardi più ambiziosi stabiliti nell’anno 2000 dalle Nazioni Unite, i cosiddetti Obiettivi di sviluppo del Millennio, saranno raggiunti entro la data stabilita, cioè il 2015.
Pochissimi credevano che fosse possibile dimezzare la povertà assoluta e dare l’istruzione primaria a tutti i bambini della terra entro soli 15 anni. Bene. Oggi, dopo 11 anni, 8 paesi, alcuni dei quali delle dimensioni della Cina e dell’India, hanno già raggiunto e superato l’obiettivo dimezzamento povertà. Gli altri sono la Cambogia, la Repubblica Centrale Africana, l’Etiopia, il Ghana, il Kenia e la Mauritania.
Mentre sono l’83% del totale i paesi che sono riusciti già a dare, o sono prossimi a dare l’istruzione primaria universale, che è il più potente strumento di riduzione della miseria e di promozione della dignità dell’uomo.
Ci sono anche altre notizie dello stesso tenore, e ne parlerò su questo sito nei prossimi giorni. Per adesso, concludiamo questo 2011 con un omaggio a Kant, il filosofo che più di ogni altro ha creduto nella forza della pace e nella crescita dell’emancipazione umana.


 

 

 

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