Situazione in Ucraina, l'analisi di Arlacchi a Radio 24

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27 gen. 2014

Pino Arlacchi ospite del programma "Effetto Giorno" condotto da Simone Spetia su Radio 24

Spetia: "Non è che l'Europa li sta lasciando un po' soli questi manifestanti, queste persone che protestano e che chiedono Europa?".

Arlacchi: "Che chiedano Europa in questo momento non mi pare proprio. La piazza è finita in mano a estremisti di ispirazione nazista e neonazista oltre che ai nazionalisti del partito Svoboda ai quali dell'Europa non credo gliene importi molto".

Spetia: "Rimane una parte di manifestanti e persone favorevoli all'accordo con l'Ue, anche - se vogliamo - in una chiave strategica di allontanamento dalla Russia".

Arlacchi: "Favorevoli all'Unione europea significa che devono essere favorevoli anche ai metodi e ai valori della Ue.
Andare in piazza armati e sparare, saccheggiare e distruggere edifici pubblichi, e poi pretendete che il governo faccia quello che loro dicono non mi sembra molto europeo".

Spetia: "E quindi Arlacchi mi sembra di capire che la sua posizione è a favore del governo ucraino".

Arlacchi: "No. Non sono a favore del governo ucraino. (...). Una piazza che con la forza pretende di cambiare le regole del gioco democratico non mi può piacere. Possono chiedere nuove elezioni, possono chiedere la caduta del governo, possono chiedere tutto quello che è giusto chiedere, ma devono farlo con metodi coerenti con le regole della democrazia".

Spetia: "Questa mattina il Ministro Bonino, ospite di Alessandro Milan a "24 Mattina", ha detto che la posizione di Yanukovich è insostenibile".

Arlacchi: "Io direi che dovremmo cercare di interferire molto di meno nella faccende interne degli altri paesi. Questo intervento dell'Europa in Ucraina è stato disastroso perché ha diviso il Paese. Ha fomentato tutta la parte antirussa del Paese contro l'altra metà del Paese che è filorussa, senza avere in mente niente di preciso se non quello di una continuazione della guerra fredda. Ho sostenuto e continuo a sostenere, insieme a tanti altri colleghi, che spaccare un Paese in questo modo non è coerente con il messaggio europeo, non fa gli interessi dell'Europa, e che occorrerebbe fondare una nuova politica verso l'Est, basata sul dialogo e l'inclusione anche della Russia invece che comportarsi come se fossimo ai tempi della peggiore guerra fredda".

 

 

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